Quel “C’era un ragazzo…” l’abbiamo canticchiata un po’ tutti, intonati e stonati, giovani e meno giovani, colti e incolti, autorità e cittadini qualunque e quando abbiamo visto l’aula del Senato della Repubblica accompagnare Gianni Morandi nel concerto a Palazzo Madama ci siamo sentiti “tutti uguali”. Noi, umili artigiani del pensiero, come coloro che guidano la nostra amata Patria. Tutti uniti nel segno dell’eterno Ragazzo di Monghidoro che ci ha ricordato che andavamo a prendere il latte, quando c’erano i lattai.
Non è piaciuta a tutti quel tipo di celebrazione del 75esimo anniversario del Senato e tra questi il sottosegretario Vittorio Sgarbi, che ha definito una cerimonia inquietante l’esibizione di Morandi nell’aula della Camera Alta. Ognuno ha le proprie idee ed è giusto rispettarle. Chissà che cosa pensa chi ha scritto le parole di quella canzone dedicato al ragazzo che, come me, amava i Beatles e i Rolling Stones? Si chiama Mauro Lusini, è nato a Siena il 14 gennaio del 1945 nella contrada dell’Onda, non ama farsi intervistare e neppure su internet che pure tutto vede e tutto ricorda si trovano tracce di sue dichiarazioni, nonostante sia l’autore di uno dei brani che hanno fatto la storia della canzone italiana.
Chi ha scritto la canzone “C’era un ragazzo”
Nel ’66 riuscì a farsi notare da Gianni Morandi a cui piacque quel testo di Mauro Lusini che parla di un giovane americano appassionato di musica che viene richiamato dall’esercito per andare a combattere nella guerra del Vietnam. Il ragazzo è costretto a tagliare i suoi lunghi capelli e a lasciare la chitarra per imbracciare un altro strumento che sempre dà la stessa nota, ratatatà, e spara ai vietcong. La canzone finisce con la morte del giovane che lascia il suo cuore in Vietnam e di lui rimangono una fredda medaglia sul petto e, dall’8 maggio del 2023, la colonna sonora dei 75 anni del Senato della Repubblica italiana.
Stefano Bisi