A Gaza, un raid di Israele ha ucciso un leader della Jihad islamica. L’attacco è avvenuto all’alba di oggi. La Jihad islamica radicata sul territorio aveva lanciato diversi razzi a partire da mercoledì pomeriggio, senza però causare feriti in Israele. È un comunicato delle Brigate al-Quds che fa sapere dalla morte del leader Jihad ucciso nella notte. Così si legge infatti nella nota:
Ali Ghali comandante la sua unità di lancio di razzi è stato assassinato nel sud della Striscia di Gaza con altri martiri
L’attacco israeliano ha preso di mira la città di Khan Younis che, secondo fonti mediche palestinesi, avrebbe contato nella notte l’uccisione di altre due persone rimaste coinvolte nell’attacco a Ghali. Per Israele si tratta di membri della comunità jihadista. La morte di Ghali si aggiunge a quella precedente dello sceicco Khader Adnan, ucciso il 2 maggio sempre dagli israeliani.
Gaza, nuova excalation: 25 morti da mercoledì
Nel frattempo, nella Striscia di Gaza gli scontri tra palestinesi e israeliani hanno conosciuto una nuova excalation di violenza da mercoledì pomeriggio, quando nuovi razzi palestinesi hanno solcato il cielo verso Israele. 25 sarebbero i morti di queste nuove operazioni militari. Queste nuove tensioni sarebbero tra le più gravi mai registrate tra le fazioni in guerra, i gruppi armati palestinesi e Israele. Era infatti da agosto 2022 che non si contavano così tanti morti a seguito di un raid.
Davanti a queste ingenti perdite di vite umane, Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti, ha dimostrato tutta la sua preoccupazione durante un’intervista telefonica con Tzachi Hanegbi, funzionario per la sicurezza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Sullivan ha sottolineato la necessità di interventi per ridurre l’excalation e prevenire la morte di nuove persone, citando anche agli sforzi di mediazione fatti dall’Egitto in questa fase complicata.
Excalation a Gaza: preoccupazione dall’ONU
Per la situazione a Gaza sembra esserci molta preoccupazione anche da parte dell’Onu. Già in precedenza il portavoce delle Nazioni Unite a New York aveva infatti riportato le apprensioni del Presidente Antonio Guterres, il quale temeva la possibilità di un’excalataion. Guterres voleva assicurarsi di evitare proprio una simile evenienza, ma i 25 morti degli ultimi giorni dicono che gli sforzi dell’Onu sono stati vani.
Mercoledì pomeriggio sono infatti cominciati i lanci di razzi da parte dei palestinesi verso diverse località israeliane. Ad essere maggiormente colpite sono le città intorno alla Striscia di Gaza, anche se le sirene di allarme hanno cominciato a suonare anche più a oriente e a nord, presso Beersheva e Tel Aviv. Prosegue dunque feroce il conflitto tra palestinesi e Israele, mentre nuovi morti si aggiungono alla già lunga lista di vittime dei raid.