Caos in Pakistan. Nel Paese sono scoppiati violenti scontri tra le forze di sicurezza e i sostenitori dell’ex primo ministro Imran Khan dopo che questo è stato arrestato martedì. Nella città di Quetta si conta già un morto, mentre le gigantesche proteste infuriano in tutta la nazione.

Pakistan, proteste di massa dopo l’arresto dell’ex primo ministro: cosa è successo

Due Paesi come Stati Uniti e Regno Unito hanno chiesto l’adesione allo “stato di diritto”. Il signor Khan è stato arrestato dalle forze di sicurezza presso l’Alta Corte della capitale, Islamabad. Filmati a forte impatto emotivo hanno mostrato dozzine di agenti che arrivavano e trattenevano il 70enne, che è stato caricato su un veicolo e portato via.

È comparso davanti al tribunale con accuse di corruzione, tra le altre, che secondo lui hanno motivazioni di carattere politico, in realtà.

Su istruzioni del ministero dell’Interno, a causa della crescita delle proteste, i servizi di dati mobili nel Paese sono stati sospesi. Molte delle proteste si sono svolte davanti ai complessi dell’esercito. L’esercito pakistano svolge un ruolo di primo piano in politica, a volte prendendo il potere attraverso colpi di stato militari e, in altre occasioni, tirando leve dietro le quinte. Proprio per questo, infatti, molti analisti ritengono che la vittoria elettorale di Khan nel 2018 sia avvenuta con l’aiuto dei militari. Ma ora i critici più accesi, soprattutto quelli dell’opposizione, affermano che la popolarità dell’esercito sia diminuita.

Parlando da Washington, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto di voler assicurarsi che “qualunque cosa accada in Pakistan sia coerente con lo stato di diritto, con la costituzione”. Martedì sera, i sostenitori di Imran Khan si sono riuniti davanti all’Alto Commissariato del Pakistan a Londra per protestare contro il suo arresto.