Dopo più di due settimane di ricerche, gli inquirenti hanno trovato morto l’uomo scomparso a Prato lo scorso aprile. Si tratta del 36enne Said Jaador e, secondo quanto emerso finora, sarebbe stato ucciso e poi dato alle fiamme. Il presunto assassino sarebbe il connazionale con cui la vittima condivideva una stanza in un edificio situato a poca distanza dal luogo del ritrovamento del corpo, in via Galciana.

Uomo scomparso a Prato morto per omicidio: fermato il suo coinquilino

A denunciare la scomparsa di Said Jaador era stata, lo scorso 21 aprile, l’ex moglie. La donna, preoccupata di non ricevere sue notizie da un po’, si era messa in contatto con gli agenti locali, che avevano subito iniziato a cercarlo. Dopo oltre due settimane di indagini, alla fine il 36enne è stato trovato, senza vita, in un terreno abbandonato di via Galciana, a Prato, a poca distanza dallo stabile in cui viveva. Stando a quanto emerso finora, oltre ad essere in evidente stato di decomposizione, il cadavere mostrava anche segni di ferite e bruciature. Per questo gli inquirenti non hanno dubbi: si è trattato di un omicidio.

Dopo averlo ucciso (non è noto ancora in che modo), il killer avrebbe anche provato a dare alle fiamme il corpo, forse nel tentativo di disfarsene. A permetterne il riconoscimento, alcuni tatuaggi sull’avambraccio destro – tra cui uno, in particolare, con scritto “Noemi” in arabo e in italiano -. Dopo la denuncia della sparizione – condivisa anche dalla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” -, i familiari dell’uomo, residenti all’estero, si erano recati in Italia per capire cosa stesse succedendo. A loro, negli scorsi giorni, sarebbero stati indirizzati una serie di messaggi anonimi contenenti le foto di alcuni terreni abbandonati di Prato. Un indizio, forse, sul luogo in cui era stato nascosto il cadavere della vittima.

Gli agenti della squadra mobile della Questura locale avrebbero già tratto in arresto un uomo, il presunto assassino. Si tratterebbe del coinquilino di Said, un connazionale – irregolare in Italia – con cui condivideva una stanza in subaffitto, già noto alle forze dell’ordine perché avrebbe alle spalle una serie di reati: droga, violenza sessuale, sequestro di persona, tra gli altri. L’ipotesi è che l’uomo, trasferito ora nel carcere della Dogaia, possa essersi scagliato contro l’amico al culmine di una lite. Anche se non sono ancora chiari i motivi. Potrà essere lui a renderli noti, nel corso dell’interrogatorio che sarà effettuato nei suoi confronti nei prossimi giorni. Chiarendo anche se sia stato lui o meno ad inviare gli inquietanti messaggi recapitati alla famiglia della vittima.

Trovato senza vita in un canale l’anziano scomparso a Padova

Nelle scorse ore gli inquirenti avrebbero anche trovato il corpo senza vita di Ivano Dalle Fratte, il 75enne scomparso da tre giorni a Padova. L’uomo, noto per essere sacrestano e corista della parrocchia del Tempio della Pace della città veneta, si era allontanato da casa in bicicletta lo scorso 6 maggio e, dopo aver fatto alcune commissioni, aveva fatto perdere le sue tracce. A denunciarne la scomparsa era stato il fratello convivente che, non avendolo visto rientrare nella loro abitazione, si era preoccupato, dando l’allarme.

Stando alle ultime informazioni, il suo cadavere sarebbe stato recuperato nelle acque del fiume Piovego nella tarda serata di ieri, 9 maggio, in una zona industriale. Le ricerche si erano concentrate in quell’area dopo il rilevamento di un segnale del suo cellulare poco lontano. Reduce da un intervento al cuore e dalla salute abbastanza cagionevole, potrebbe aver accusato un malore o essere inciampato, sbattendo la testa. A dimostrarlo sarebbero delle ferite rinvenute all’altezza del capo. Per chiarire ogni dubbio sarà effettuata, comunque, l’autopsia. Poi sarà resa nota la data delle esequie.