Cosa sono le batterie Skynex, la nuova arma segreta ‘Made in Italy’ che l’esercito ucraino usa per difendersi dai raid aerei russi? Si tratta di cannoni con tecnologia Svizzera, prodotti da una fabbrica italiana, già nota nel settore del armi, e comprati dalla Germania per una spesa di 194 milioni di euro. Una nuova arma di difesa fondamentale per l’esercito ucraino, prodotta nel modo più riservato possibile, e che servirà per intercettare i caccia e i droni russi. La fornitura, come riportato da Repubblica, è stata approvata dal governo Draghi, con i primi mezzi che sono stati consegnati a metà aprile, entrando in azione nelle scorse notti.

Cosa sono e come funzionano le batterie Skynex

Questa operazione di sostegno militare rappresenta un’anomalia, perché, per la prima volta dallo scoppio della guerra, non sono stati inviati mezzi militari usati, ma tecnologia nuove di zecca e di ultima generazione. Gli Skynex sono dei cannoni a rapida esecuzione totalmente automatizzati, con in dotazione un radar in grado di intercettare aerei, elicotteri, ma anche missili cruise e droni. La principale novità, però, riguarda la velocità di esecuzione, con i cannoni in grado di sparare fino a mille colpi al minuto, con una gittata di tre chilometri. Solitamente vengono trasportati su di un rimorchio, venendo utilizzati per proteggere di un’area piuttosto ampia.

La decisione di fornire queste attrezzature militari all’Ucraina è stata del governatore tedesco, Olaf Scholz, il quale aveva promesso un aumento del supporto militare a Kiev. La produzione è stata affidata al gruppo svizzero Rheinmetall, che possiede un impianto alle porte di Roma. L’allora ministro Lorenzo Guerini e il premier Mario Draghi hanno dato il via libera alla produzione, finanziata dal governo di Berlino con 194 milioni di euro.

Da contratto le prime consegne sarebbero dovute arrivare a gennaio 2024. Il grande lavoro fatto dall’azienda, però, ha fatto si che i lavori venissero completanti ben prima del previsto, fornendo i primi cannoni già a Pasqua. Fino ad oggi questa particolare tecnologia era stata usata solamente in Qatar, per proteggere gli stadi dei Mondiali contro il rischio di droni usati dai terroristi. In questi mesi anche altri Paesi, con Thailandia ed Egitto, si sono detti interessati all’acquisto, ma le autorità svizzere hanno negato la licenza per l’export. Una volta completata la produzione dei primi cannoni, il governo Meloni ha autorizzato le consegne con un ponte aereo top secret con la Polonia.