Svelate le posizioni dei partiti sul tema delle riforme istituzionali. Ieri, nel corso di un lunghissimo pomeriggio di consultazioni, la premier Meloni ha incontrato tutte le forze parlamentari aprendo il primo confronto su un percorso che si preannuncia in salita. Tutti i partiti di opposizione si sono, infatti, opposti all’ipotesi di riforma in senso presidenzialistico avanzata dalla Presidente del Consiglio. L’unica apertura registrata dalla presidente Meloni è stata quella di Italia viva e Azione, favorevoli all’elezione diretta del Premier.
Riforme istituzionali: le posizioni espresse ieri dai partiti
Dopo il confronto di ieri a Montecitorio sono emerse le posizioni dei partiti sul tema delle riforme istituzionali. Se la necessità di garantire una maggior stabilità del sistema è sostanzialmente condivisa da tutto l’arco costituzionale, a mancare è un accordo sul come. Sulla base delle posizioni espresse ieri, la premier Meloni ha constatato una dura opposizione di tutte le forze all’ipotesi dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Solo Azione e Italia Viva, seppur con distingui interni, hanno manifestato il loro favore all’ipotesi di elezione diretta del premier. Nonostante la convergenza con le forze parlamentari sembri oggi impossibile, la presidente del Consiglio Meloni si dice decisa ad andare avanti: le riforme istituzionali si faranno.
Vediamo allora le principali posizioni dei partiti di opposizione sul tema delle riforme istituzionali.
- Movimento 5 Stelle: sì all’istituzione di una Bicamerale
La linea espressa da Giuseppe Conte è chiara: nessuna apertura verso l’elezione diretta del Capo dello Stato o del Presidente del Consiglio. Per risolvere il problema della stabilità del sistema, il leader del M5S ha invece chiesto alla premier e alla maggioranza l’istituzione di una commissione Bicamerale per le riforme. Tra le proposte del Movimento vi è poi l’introduzione del meccanismo della sfiducia costruttiva e la possibilità, per i premier, di nominare e revocare i ministri.
- Partito democratico: il tema delle riforme istituzionali non è una priorità
L’incontro tra la presidente Meloni e la segretaria Schlein non è andato molto meglio. Secondo il Pd il tema delle riforme istituzionali non è oggi la priorità del Paese. Premierato e presidenzialismo non sono, per i dem, ipotesi percorribili: se intrapreso, il lavoro costituzionale dovrebbe semmai cercare di migliorare la stabilità del sistema guardando al modello tedesco e al meccanismo della sfiducia costruttiva. In ogni caso, il Pd si dichiara pronto a dialogare con il Governo: il timore è infatti che la premier Meloni scelga di andare avanti sola per la sua strada. La Schlein, durante l’incontro, ha inoltre rilanciato il tema della riforma della legge elettorale e della limitazione della decretazione di urgenza.
- Azione e Italia Viva: premierato ipotesi percorribile
L’unica apertura alle riforme istituzionali è arrivata da Calenda. Il leader di Azione è infatti favorevole a una riforma che tenda verso il superamento del bicameralismo e verso il premierato. In questo senso può essere valutabile, insieme ad altre opzioni, anche lo storico cavallo di battaglia di Italia viva, ovvero l’elezione del presidente del Consiglio sul «modello del sindaco d’Italia». L’apertura al rafforzamento del ruolo del premier non deve però essere confusa con una possibilità di dialogo sull’ipotesi del presidenzialismo. Sull’elezione diretta del Presidente della Repubblica Calenda è stato infatti categorico: «è una linea rossa da non oltrepassare». Non mancano, inoltre, i distinguo interni fra Azione e Italia viva: se Calenda intende dialogare con le altre opposizioni, Maria Elena Boschi ha seccamente chiuso alla possibilità di una discussione condivisa con Pd e Cinque Stelle.
- Alleanza Verdi Sinistra: nessuna disponibilità verso le riforme istituzionali
Nel confronto di ieri la premier Meloni ha incassato un deciso no da parte di Bonelli e Fratoianni. I due leader hanno infatti espresso la più ferma indisponibilità a sostenere il tentativo di riforma istituzionale del Governo, sia che si parli di presidenzialismo che di premierato. Anche l’ipotesi avanzata da Giuseppe Conte – l’istituzione di una Bicamerale per le riforme – è respinta al mittente.
- + Europa
Durissimo il commento di Riccardo Magi, leader di +Europa, che ha denunciato la sostanziale confusione della maggioranza sulla linea da percorrere. Secondo Magi il Governo sta conducendo una vaga discussione che punta solo all’«elezione diretta di qualcuno». L’ipotesi del sindaco d’Italia avanzata da Azione e Italia viva è inoltre reputata una «grande sciocchezza».
- Lega
Perché inserire la Lega tra le posizioni dell’opposizione? Il motivo è semplice: il partito di Salvini ha voluto far sapere ieri, tramite le parole del capogruppo alla Camera Molinari, di essere a favore del presidenzialismo ma non del premierato, mai previsto nel programma di Governo. Secondo Molinari, se la presidente Meloni vuole proporre l’elezione diretta del premier dovrà offrire garanzie per il ruolo del Parlamento. Per i leghisti il vero punto è in realtà la conciliabilità delle riforme istituzionali con la legge sull’autonomia differenziata, cavallo di battaglia storico del partito.