A Stato dell’Arte il giallo su Artemisia Gentileschi e l’opera ritrovata. Un dipinto anonimo non firmato è al centro di un giallo tra i collezionisti. Si tratta di un bambino che dorme, una tela di 13 cm per 18 cm, che risale al Seicento e che potrebbe essere stata dipinta da Artemisia Gentileschi, la più famosa tra le pittrici donne del tempo. Qualche giorno fa è stato venduto per la cifra record di 245.000 euro, considerando i diritti d’asta. Il responsabile del Dipartimento di Arte Antica della casa d’aste Luca Bortolotti spiega perché c’è stato un interesse così grande in Italia e nel mondo: “Il proprietario ci ha presentato il dipinto, che noi non siamo stati in grado di ricondurre a un autore certo, lo stato di conservazione è molto buono ma il proprietario non sapeva quasi nulla, se non che si trattasse di un dipinto molto grazioso del Seicento, con una radice caravaggesca. La valutazione iniziale che dovesse attirare l’attenzione, poche migliaia di euro”.
Il dipinto pubblicato su catalogo diventa virale tra i collezionisti
A Stato dell’Arte il giallo su Artemisia Gentileschi e l’opera ritrovata. ll dipinto a quel punto pubblicato sul catalogo Web è diventato virale e ha catalizzato l’attenzione dei collezionisti da tutto il mondo, e quella che era una normale vendita si trasforma in un mistero. “Abbiamo temporaneamente ritirato dall’asta il dipinto” spiega Luca Bortolotti “e sono cominciate a emergere una rete di connessioni che progressivamente andavano stringendo e legando quest’opera a un autore preciso, che nella fattispecie diventava un autore sempre più importante. Siamo arrivati a una vendita al museo di Boston di un rame di un analogo soggetto, che aveva lo stesso soggetto e la stessa composizione, anche se con piccole differenze. Rispetto a questo vantava un elemento in più: l’opera reca una firma, confermata da un’incisione pressoché coeva: “Arte. Gentilesca Fecit Napoli”. Dettaglio molto interessante secondo Bortolotti, perché rientrerebbe nella poetica della pittrice: “La firma ci dice due cose importanti: la prima che il dipinto va assegnato al periodo napoletano, la seconda cosa è che c’è questa sottolineatura (quasi leggibile in chiave femminista) della firma che trasforma il cognome Gentileschi in Gentilesca, sottolineando così l’appartenenza di genere“. A completare il mistero c’è infine un ulteriore dettaglio, che emerso durante le verifiche documentali: “Non solo, in un inventario della famiglia Orsini si descrive accuratamente un piccolo dipinto su rame di Artemisia Gentileschi in cui il putto poggia la testa su un cuscino rosso. Ciò crea un legame, non ancora certificato, con il quadro ritrovato a Roma”.
Bortolotti: “Non si investe una cifra così ingente se non si ritiene di aver individuato l’autore”
A Stato dell’Arte il giallo su Artemisia Gentileschi e l’opera ritrovata. Tutti elementi che hanno spinto i collezionisti a volersi aggiudicare l’opera per una cifra da capogiro considerando anche le piccole dimensioni, una vera e propria scommessa: “E’ una sentenza chiara, è evidente che non si investe una cifra così ingente se non si ritiene di avere individuato con grande margine di sicurezza l’autore dell’opera” spiega Bortolotti, che non si sbilancia sul valore che potrebbe acquisire qualora si attestasse effettivamente come opera di Gentileschi “è una domanda insidiosissima, Artemisia oggi è assolutamente on fire quindi è chiaro che le possibilità di un rilancio commerciale importante sono elevate”.