Niente più braccia tese. Il saluto romano è reato. A riaffermarlo è stata la Corte di Cassazione, respingendo quanto avevano richiesto tre persone condannate dalla Corte di Appello di Milano.
Saluto romano fra commemorazioni e reato
I tre imputati erano stati condannati a 1 anno e 10 giorni di reclusione oltre a una salatissima multa da ben 300 euro. Gli avvocati però avevano tentato la via della Cassazione per cercare di annullare la condanna. Nello specifico, i legali avevano chiesto l’attenuante “di aver agito per motivi di particolare valore morale o sociale, trattandosi di una commemorazione funebre nella quale si è espresso il senso religioso e la partecipazione umana degli imputati” visto che il saluto romano è stato fatto durante il ricordo di tre militanti di estrema destra: Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani.
La Cassazione: “Nessuna attenuante”
Secondo i giudici di piazza Cavour il saluto romano è reato quindi in ogni occasione. Scrivono gli ermellini infatti come
“Dette manifestazioni non rientrano nell’ambito dell’operatività dell’attenuante” tenendo conto che “il precetto costituzionale, lungi da riconoscere valore all’ideologia fascista, la osteggia e ne stigmatizza le manifestazioni”
Ancora, per la Cassazione va tenuto anche conto del rituale del «presente» messo in atto dai “numerosi militanti in assetto paramilitare” secondo il manuale: “Descrizione contenuta nel dizionario di politica edito dal Partito Nazionale Fascista nel 1940”.