Incontro tra Meloni e opposizioni. Al centro del dibattito le riforme costituzionali, la premier oggi ha visto i leader delle forze di opposizione: ecco cosa è emerso dalla discussione di oggi.

Incontro tra Meloni ed opposizioni: M5s

Ad aprire la giornata di confronto e dialogo nella Biblioteca del presidente tra il presidente del Consiglio e l’opposizione. Presenti, oltre a Meloni, i vicepremier Tajani e Salvini-arrivato alle 15:30-, il ministro per le Riforme Casellati e quello per i Rapporti con il Parlamento Ciriani. Sono inoltre presenti i sottosegretari alla Presidenza Mantovano e Fazzolari assieme al costituzionalista Francesco Saverio Marini. I primi ad incontrare la premier sono i Cinque Stelle. L’incontro è incominciato verso l’una a Montecitorio.

Il commento di Donzelli (FdI)

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La delegazione era guidata da Giuseppe Conte assieme a Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli e i due capigruppo nelle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, Alfonso Colucci e Alessandra Majorino. Secondo quanto si apprende la presidente del Consiglio ha parlato del ruolo negativo dell’instabilità e dell’importanza della convergenza:

“L’instabilità è alla base di molti problemi che ha la nostra nazione, perché indebolisce inevitabilmente i Governi, li ostacola, e ci indebolisce a livello internazionale. Il presidente Conte si rende conto, come me, del fatto che quando ci sono incontri internazionali gli interlocutori si pongono il problema di capire per quanto tempo tu sarai il loro interlocutore, cioè per quanto tempo sia utile ed efficace stringere rapporti e immaginare percorsi comuni. Anche perché ciò che accade da noi non accade in molte altri democrazie occidentali ed europee. Nel periodo di venti anni in cui noi abbiamo avuto svariati governi, la Francia col sistema semipresidenziale ha avuto quattro capi di governo, cioè quattro Presidenti della Repubblica, e la Germania tre Cancellieri”

L’incontro con i Cinque Stelle è durato quasi un’ora. La premier avrebbe poi continuato così il suo discorso nei confronti della delegazione pentastellata:

P​​​​​enso sia importante riuscire a fare una riforma della Costituzione nel modo più condiviso possibile, ciò non vuol dire che se non è condivisa non si fa, penso che anche questo sia rispettare il mandato dei cittadini. Credo che qualsiasi regola si definisca, una regola uguale per tutti che deve avere una capacità di dialogo il più ampia possibile”

Infine Meloni ha concluso con un discorso sull’approccio alle riforme e su quanto questo percorso sia importante per il futuro dell’Italia e necessiti della partecipazione di tutti:

“È l’inizio di un percorso, come vedete siamo estremamente aperti a dialogare insieme purché non ci siano atteggiamenti pregiudiziali, perché se uno dice ‘no, voglio lasciare così’ il dibattito si conclude facilmente. Se invece c’è una disponibilità in questo senso si comincia a parlare di quali possano essere fra queste le riforme le migliori per il nostro ordinamento, il nostro sistema. Quale ritenete possa essere la forma migliore e piano piano si scende nei contenuti. Questo è un approccio del governo: vorrei cercare un dialogo, provare a vedere se ci sono punti di contatto”.

Nel corso dell’incontro di questo pomeriggio con i pentastellati è arrivata la proposta di una commissione ad hoc per fare le riforme. La presidente del Consiglio ha detto che valuterà la proposta.

Il commento di Vittoria Baldini

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La Biblioteca del presidente

La Biblioteca del presidente

La delegazione pentastellata

La delegazione pentastellata

Le Autonomie

Le Autonomie

L’incontro con le autonomie

Dopo i Cinque Stelle è stata la volta delle Autonomie. L’incontro è iniziato verso le 14:20 ed è terminato dopo soli venti minuti. Julia Untrberger, capogruppo al Senato delle Autonomie, al termine dell’incontro ha detto che condivide l’idea di maggiore stabilità ma restano molti dubbi sul presidenzialismo. Assieme ad Untrberger era presente anche il deputato Manfred Schullian.

“Condividiamo in pieno il suo obiettivo di dare più stabilità al sistema politico italiano siamo convinti che si dovrebbe trovare una soluzione per dare più stabilità, se sia il premierato o la fiducia costruttiva si può discutere. L’unico punto su cui siamo scettici è il presidenzialismo: l’Italia ha bisogno di una figura come Mattarella, questo è l’unico punto che non si deve toccare.

Le Autonomie concordano anche sull’importanza dell’autonomia differenziata:

“Siamo naturalmente favorevoli all’autonomia differenziata, anche se deve essere chiaro che questa riforma non può avere alcuna implicazione sull’autonomia del Sudtirolo, che è vincolata ad accordi internazionali”.

Le dichiarazioni di Carlo Calenda

Presente anche Carlo Calenda che ha dichiarato che l’unica linea rossa resta la figura del presidente della Repubblica all’interno delle riforme:

“Commissione bicamerale ad-hoc per le riforme? Può essere uno strumento. Abbiamo ringraziato il governo per questo incontro, siamo disponibili a collaborare. Condividiamo l’esigenza di avere una maggiore stabilità e maggiore efficienza dell’apparato complessivo dello stato. C’è una linea rossa assoluta, la figura del Presidente della Repubblica, andare a politicizzare il presidente della Repubblica sarebbe un errore molto grave.”

Arrivata anche la proposta del sindaco d’Italia e particolare attenzione sulla possibilità che il parlamento diventi monocamerale o che vi sia una distinzione delle due camere. Non mancano però le critiche e si valuta la questione della commissione ad hoc voluta da Conte:

“È totalmente disfunzionale come il governo centrale lavora col governo locale. Se si parla di riforme costituzionali, si parla di federalismo, ma senza accelerazioni sulla autonomia. Meloni non ci ha detto in che modo intende procedere, se con bicamerale o iniziativa del governo.”

Calenda infine annuncia che ci saranno altri incontri con le minoranze.

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Il commento di Calenda all’uscita dell’incontro: “Sì al premierato ma ridefinire la riforma dell’autonomia”

Intercettato dai cronisti all’uscita dall’incontro con la premier Meloni, Calenda ha ribadito l’intoccabilità della figura del Presidente della Repubblica, “unico elemento che unisce tutti gli italiani, in un paese tradizionalmente diviso in ‘Guelfi e Ghibellini'”. Tuttavia, per il leader di Azione, la porta resta aperte per quanto riguarda una forma di ‘premierato’ simile a quanto avviene in altre nazioni.

“Siamo favorevoli a un’indicazione nelle forme del premierato, simile a quanto succede in Inghilterra e in Germania, e riguardante il presidente del consiglio. spingiamo perché si discuta su come ridare centralità al parlamento, eliminando la doppia camera”.

Sul fronte dell’autonomia, Calenda mette in chiaro come, dal suo punto di vista, il problema sia l’attribuzione di poteri chiari e definiti tra governo centrale ed enti locali, in modo da renderli più efficienti.

“Invece di accelerare sull’autonomia, bisogna fermarsi e capire quali funzioni possono esser svolte bene dalle regioni e quali devono, invece, rimanere allo stato. Oggi l’Italia è poco efficiente non tanto perché il governo non ha poteri, ma perché non si trasmettono agli enti locali le decisioni prese, a causa di un continuo conflitto di competenze”.

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Maria Elena Boschi sulle riforme

Presente anche Maria Elena Boschi che ha parlato delle riforme dopo l’incontro con la premier Meloni:

“Non faremo, ora che siamo noi all’opposizione, quello che Meloni fece a noi quando eravamo al governo: nessuna opposizione pregiudiziale. Poi siamo aperti al ricorso di ogni strumento per fare le riforme, va bene la Commissione o il ricorso all’articolo 138 della Costituzione”.

Incontro con +Europa: scetticismo sul sindaco d’Italia

L’incontro con +Europa è iniziato alle 16:32 e terminato dopo quasi mezz’ora. La delegazione è composta dal segretario Riccardo Magi e da Benedetto Della Vedova. Sarà poi la volta di Avs e del Pd. Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha commentato così l’incontro ed ha fatto un richiamo a quattro articoli della legge tedesca su strumenti e prerogative maggiori al presidente del Consiglio:

“Meloni ci ha chiesto cosa pensate delle diverse opzioni per dare stabilità ai governi e per Meloni abbiamo capito che è evidente che la stabilità equivale a elezione diretta di qualcosa, del presidente del Consiglio o della Repubblica. Per noi si potrebbe guardare a quattro articoli della legge tedesca che danno strumenti e prerogative maggiori al presidente del Consiglio, come il potere di scioglimento delle Camere o la revoca e nomina dei ministri.”

Magi ha poi aggiunto:

Abbiamo chiesto direttamente ai leader delle forze di opposizione un coordinamento e dalle dichiarazioni emerge una preferenza per ‘il premierato alla tedesca’, è dall’altra parte che pare non ci sia compattezza. I leader delle opposizioni hanno dato la loro disponibilità a vedersi e confrontarsi, poi vedremo

+Europa non vede di buon occhio l’idea del sindaco d’Italia ma si chiede che la commissione ad hoc sia eletta in maniera proporzionale, questo emerge dall’incontro di oggi:

“Le abbiamo detto chiaramente che l’ipotesi del Sindaco d’Italia è un follia se non una sciocchezza con l’elezione diretta e la sfiducia costruttiva, cose che non possono stare insieme e poi creerebbe un dualismo conflittuale tra Capo Stato e premier”

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Gasparri (FI): “Nessuna imposizione ma nessun veto”

Mentre sono in corso gli incontri tra la presidente Meloni e i rappresentanti delle opposizioni, arrivano le parole del vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri. Intervistato nel programma di La7 Tagadà, il senatore di Forza Italia si è augurato che sia “la volta buona” perché il paese riesca a realizzare le riforme, in direzione di quello che definisce un rafforzamento della democrazia attraverso l’elezione diretta del Capo dello Stato e ha, poi, sottolineato l’importanza del dialogo con le opposizioni.

Noi non vogliamo imporre niente a nessuno ma non vogliamo neanche subire veti da parte dell’opposizione con cui è importante stabilire un dialogo e cercare un confronto proficuo, nel tentativo di realizzare finalmente queste riforme. Per esempio, oggi, si è parlato anche del sindaco d’Italia, che rappresenta una delle ipotesi. Il governo comunque non si ferma ma va avanti con i suoi impegni e obiettivi che finora ha dimostrato di saper raggiungere”.

Incontro con Avs, Bonelli e Fratoianni: “No all’elezione diretta del Capo dello Stato”

Alle 17:50 è iniziato l’incontro sulle riforme tra la premier Giorgia Meloni e la delegazione Avs, composta da Bonelli, Fratoianni, Zanella e De Cristofaro.

All’uscita dal confronto con la presidente del Consiglio, Bonelli e Fratoianni ribadiscono l’opposizione a una riforma che preveda l’elezione diretta del Capo dello Stato. I due contestano anche la Bicamerale come percorso scelto per il dibattito parlamentare, indicando nell’articolo 138 della Costituzione, relativo alle leggi di revisione della Carta Costituzionale, la via da seguire.

“Abbiamo comunicato alla presidente Meloni l’indisponibilità di Verdi e Sinistra a sostenere riforme in chiave presidenzialista o di elezione diretta. Su questo faremo una dura battaglia: va tutelata la figura del presidente della Repubblica, noi vogliamo che questa figura di garanzia sia tutelata e ci batteremo per questo”.

In particolare, Fratoianni ritiene che la risposta ai problemi del paese non sia nella modifica della Costituzione e dovrebbe andare, invece, nella direzione di maggiori poteri al Parlamento.

“Sono trent’anni che si lavora a dare più poteri al presidente del Consiglio a danno del Parlamento. Abbiamo detto a Meloni che bisogna fare esattamente l’opposto, restituire potere di scelta ai cittadini, abbiamo quindi proposto di restituire centralità al Parlamento”.

Il faccia-a-faccia tra la Meloni ed Elly Schlein, la segretaria del Pd: “Riforme non sono la priorità per il paese”

L’ultima ad arrivare per il confronto sulle riforme è la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. Ad accompagnarla, la delegazione composta dai capigruppo di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia, e dal responsabile Riforme del Pd, Alessandro Alfieri.

“Siamo venuti ad ascoltare quello che hanno da dirci e faremo le nostre proposte”.

Mentre il colloquio è in corso, si apprende che la segretaria del Pd ha avuto uno scambio telefonico con il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, dopo che quest’ultimo aveva terminato il proprio incontro con la presidente Meloni. Il fatto conferma come tra Pd e M5S si stia cercando una nuova convergenza nella linea di opposizione al governo, dopo i dissidi e le spaccature del passato.

All’uscita dall’incontro con la presidente del Consiglio, Elly Schlein parla di un confronto svolto in “un clima franco e sul merito”, pur non ritenendo le riforme una priorità per il paese.

Per noi questa discussione sulla riforma istituzionale non è una priorità per il Paese. Clima, sanità, Pnrr, casa e lavoro sono le priorità”.

Nel merito, la segretaria del Partito Democratico chiarisce il suo ‘no’ ad alcuni punti, che potrebbero portare a un indebolimento del Parlamento.

Diciamo no al premierato o al sindaco d’Italia. Una forma che non esiste in nessun paese e che indebolirebbe il Parlamento. Ciò che non vogliamo e a cui non ci prestiamo è l’indebolimento dei pesi e dei contrappesi previsti dalla Costituzione. Non siamo per ridimensionare il ruolo del presidente della Repubblica verso un modello di un uomo o una donna sola al comando“.

Meloni soddisfatta al termine degli incontri con le opposizioni: “Dialogo aperto ma andiamo avanti”

Al termine del giro di incontri con le forse dell’opposizione, anche Giorgia Meloni ha commentato con i cronisti l’esito della giornata, mostrandosi soddisfatta.

La presidente del Consiglio ha sottolineato come il dibattito sia stato “aperto, franco, ma anche collaborativo”, dichiarando la sua intenzione di cercare “una maggioranza più ampia possibile”. Tuttavia, la leader di Fratelli d’Italia non intende “perdere tempo all’infinito” e afferma che la maggioranza andrà comunque avanti sulle riforme.

Venendo ai nodi problematici su cui più si è dibattuto, la Meloni saluta con favore la “timida apertura” mostrata da alcune forze di opposizione sul tema del premierato, e ribadisce quelle costituzionali e quella delle autonomie rappresentino un unico pacchetto di riforme, dichiarandosi disponibile a spiegare il motivo di questa scelta.
Infine, annuncia che il dialogo e il confronto sulle riforme continuerà con i presidenti di Regione e sindaci, quando il governo avrà formulato la propria proposta.