Non solo contrari. Il nuovo regolamento sugli imballaggi proposto dall’Ue che potrebbe far sparire alcuni prodotti dai supermercati (dalla frutta nei cestini, alle arance in rete, dall’insalata in busta fino agli ortaggi pronti al consumo) riscuote, soprattutto in rete, molto consenso tra i consumatori. Al legittimo allarme della Coldiretti, secondo cui questa misura aprirebbe a una serie di problemi (da quelli igienico-sanitari fino alla gestione degli sprechi ed agli aumenti di costi per consumatori e produttori) si unisce la riflessione su un cambiamento in chiave green, necessario anche nelle abitudini alimentari. Tra le associazioni di consumatori, Consumerismo no profit si dichiara a favore purché ci sia vigilanza sui prezzi, ricordando come gli imballaggi inutili rappresentino un danno per l’ambiente oltre che un costo per i consumatori.
“Riteniamo corretta la proposta di vietare confezioni monouso di insalata così come le vaschette di fragole o le arance in rete. Questo perché gli imballaggi da un lato rappresentano un costo per i consumatori, dall’altro non garantiscono la conservazione degli alimenti né la loro qualità. Spesso un frutto o un vegetale contenuto in una confezione di plastica chiusa o in una vaschetta deperisce più velocemente di un prodotto acquistato sfuso e conservato aperto in frigorifero”.
“Basti pensare che ogni anno un italiano getta nella spazzatura in media 50 kg di packaging inutile (carta, plastica, pellicole trasparenti, ecc.), producendo solo nel nostro paese un totale di 3 milioni di tonnellate di rifiuti che potrebbero essere ridotte sensibilmente grazie alla proposta dell’Ue. Al contempo, però, è necessario vigilare sui prezzi al dettaglio, perché la misura chiesta dall’Unione Europea potrebbe determinare alterazioni del mercato a danno dei consumatori”.
Luigi Gabriele – Presidente di Consumerismo No Profit