Cosa cambia nel 2024 per le pensioni Quota 41? Le migliori previsioni non portano a una Quota 41 per tutti, ma piuttosto, all’applicazione di diverse modifiche per rendere più agevole l’uscita anticipata dal lavoro. D’altra parte, fino al 31 dicembre 2023 resta attiva la pensione Quota 103, la misura permette l’uscita dal lavoro con 41 anni di versamenti e 62 anni di età.
Il punto è la presenza di una Quota 41 staccata dall’età anagrafica, ma legata a più requisiti uno contribuito e tante condizioni. Non basta trovare le risposte nella misura prevista per i lavoratori precoci.
Sapendo che nel pacchetto delle regole ordinarie della previdenza è presente la pensione anticipata ordinaria con 41 e 42 anni e 10 mesi di contributi in vigore fino al 31 dicembre 2026. Una misura che prevede una finestra mobile di tre mesi.
Tuttavia, coloro che hanno maturato una contribuzione dal primo gennaio 1996, possono richiedere l’accesso al trattamento economico a 64 anni di età.
Pensioni, il rebus dell’uscita dal lavoro con Quota 41: requisiti e modalità
La Pensione Anticipata ordinaria è un trattamento previdenziale che permette ai lavoratori di conseguire l’assegno pensionistico prima di aver compiuto l’età pensionabile (67 anni), se iscritti presso le seguenti gestioni INPS, quali:
- Assicurazione Generale Obbligatoria – AGO;
- Gestioni Speciali;
- Fondi sostitutivi;
- Gestione separata.
La misura è stata introdotta dalla legge Fornero, per sostituire la cara pensione di anzianità.
Pensione anticipata: calcolo del sistema retributivo e misto
Per i lavoratori che hanno maturato un’anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, ovvero in presenza del sistema misto, l’accesso al trattamento non è condizionato dall’età anagrafica.
Secondo le disposizioni contenute nella circolare INPS n. 63/2015, con decorrenza dal periodo temporale che va dal 1° gennaio 2016 e sino al 31 dicembre 2018, la pensione anticipata è accessibile perfezionati 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne.
Stop adeguamenti per la pensione anticipata Quota 41
Secondo quanto previsto nell’articolo 15 del DL 4/2019, con decorrenza dal periodo temporale che va dal 1° gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2026, sono sospesi gli adeguamenti dettati dall’aspettativa di vita in base all’indice ISTAT.
Pertanto, non sono cambiati i requisiti sopra citati, ma è stata inserita una finestra mobile di 3 mesi.
Pensione anticipata Quota 41 precoci
In base alle disposizioni normative contenute nell’articolo 1, comma 199 della legge 232/2026, con decorrenza dal 1° maggio 2017 è stato introdotto un ridotto requisito contributivo.
Pertanto, i lavoratori possono pensionarsi con 41 anni di versamenti a prescindere dall’età anagrafica maturata dal lavoratore. Se presenti almeno 12 mesi di contribuzione registrati prima del 19° anno di età.
L’accesso al trattamento viene riservato ai profili di meritevoli di tutela, come ad esempio, disoccupati, invalidi civili, caregiver, lavoratori usuranti o gravosi.
Anche in questo caso, si applicano le disposizioni sulla sospensione dell’adeguamento all’aspettativa di vita per il periodo compreso dal 1° gennaio 2019 e sino al 31 dicembre 2026, secondo quanto disposto nell’articolo 17 del DL 4/2019.
Per questo, i requisiti contributivi per l’accesso alla misura restano inalterati a 41 anni di versamenti, di cui almeno 35 anni effettivi, senza la presenza di periodi figurativi prodotti da malattia o disoccupazione. Infine, è presente una finestra mobile trimestrale.
In pensione Quota 103 con 41 anni di versamenti, ma con delle limitazioni
L’alternativa alla pensione anticipata precoci ordinaria è la misura Quota 103. Un trattamento previdenziale che non prevede l’appartenenza alla categoria meritevole, ne tantomeno un’attività lavorativa svolta in giovane età.
Pertanto, può pensionarsi chi perfeziona 41 anni di versamenti contributivi, di cui 35 anni effettivi. Questi requisiti da soli non bastano per ottenere la pensione. Infatti, occorre anche il requisito anagrafico che porta a un’uscita dal lavoro a 62 anni di età.
La pensione con Quota 103 non prevede limitazioni per tipologia di lavoro, apre a tutti i lavoratori che perfezionano i requisiti, entro il 31 dicembre 2023.
Infine, il pensionamento con Quota 103 è legato a un limite sull’assegno che deve risultare almeno 2,5 volte il trattamento minimo. Per questo, il trattamento pensionistico prevede una pensione lorda non più alta di 2.818,70 euro.