Napoli scudetto 2023, il Napoli campione che si trascina con se, una serie interminabile di simbolismi e significati. Una città così unica nella sua rinascita, anche calcistica, quando esplode nella sua gioia, si trasforma in fusso emozioni, che hanno anche un legittimo approccio di rivalasa. Pino Aprile, saggista e scrittore, è l’autore di un libro, “Terroni”, che oltre al successo di lettori, ebbe la capacità di divenire un vero e proprio manifesto politico della genesi della sottomissione meridionale al potere del nord. Pino Aprile ai microfoni di Radio Cusano Campus, non poteva esimersi quindi dall’analizzare la vittoria sportiva in controluce, cogliendone i tratti politici, definendo questo scudetto, “la rivelazione dell’esistenza di un popolo”

Napoli scudetto 2023, Pino Aprile:”Vittoria contro lo Stato razzista”

Un campionato di calcio che restituisce visibilità e consapevolezza a un popolo invisibile perché per Aprile, “il primo e il secondo scudetto sono stati vinti in una città profondamente diversa, il sud e l’Italia erano profondamente diversi”. Non solo il contesto ma anche la prsenza di un unico geniale demiurgo calcistico, come Diego Maradona, ovviamente:”Come nelle antiche battaglie scendevano in campo gli dei, così Maradona determinava l’esito delle partite”. Fu quell’unico grande investimento economico a determinare la grandezza della Napoli calcistica, ama solo di quella sportiva, mentre la comunità urbana subiva la decadenza sociale e criminale. Oggi le cose sono cambiate e lo scrittore elogia “la scelta di reclutare giocatori dalle periferie del mondo, mentre le squadre del nord, come sempre, spendevano molto di più”.

Napoli scudetto 2023 e il suo progetto

Nulla accade per caso, non in questo caso. Dietro questo successo, per lo scrittore meridionale “abbiamo il progetto di una grande società, che ha preso giocatori sconosciuti,che nessuno cercava”. Ma non è questo l’unico vero significato della vittoria partenopea, che come già ribadito oltrepassa i confini dello sportivo per trasformarsi in vendetta. Contro chi? “Contro lo Stato razzista” risponde Pino Aprile con durezza, spiegando che ora il sud “sta acquisendo la consapevolezza della sua condizione, sta capendo che nella sola Lombardia, con i soldi di tutti, compresi quelli dei meridionali, circolano più corse dei treni, rispetto a quelle dittutte le regioni del meridione”. Un fiume in piena Aprile, altro che Ricomincio da 3, ma da 583 che secondo lo scrittore sono “gli euro stanziati pro capite nel nord per la sanità, a differenza del sud che ne riceve 6 pro capite”.

Il sud può fare autocritica?

La domanda non piace molto a Pino Aprile che a sua volta chiede:”Al nord è stato chiesto di fare autocritica? Ci ricordiamo della gestione della pandemia da Covid? Il Los Angeles Time l’ha definita un disatro e una lezione per il mondo“. La festa continua, ma tra gli invitati c’è anche chi continua a considerare il meridione la terra dell’abbastanza.