Gemelle Giudicessa di “Come un gatto in tangenziale” di nuovo al centro della cronaca, ieri è infatti andata in scena l’udienza che vede coinvolta Alessandra a cui sarebbero stati sequestrati preventivamente beni del valore di 110 mila euro. La notizia è stata data dal quotidiano Il Messaggero, che ha sottolineato come la cifra risulterebbe da due auto di lusso e due polizze vita. L’avvocato Giovanni Belcastro ha esposto la sua linea difensiva, specificando che i beni provenivano da soldi leciti illustrando una corposa documentazione che ha portato il giudice a chiedere fino a 60 giorni di tempo per analizzare il tutto. TAG24 ha contattato in esclusiva le gemelle Valentina e Alessandra Giudicessa per ascoltare la loro versione dei fatti.
Gemelle Giudicessa di Come un gatto in tangenziale intervista esclusiva a Valentina ed Alessandra
Quando contattiamo Valentina Giudicessa telefonicamente la donna sottolinea subito come l’attenzione mediatica nei loro confronti si accende soltanto quando si tratta di aspetti negativi: “I giornali dicono quello che gli pare a loro. Questo inverno ho dovuto subire una causa dopo essere stata accusata di aver usato un coltello contro una signora, purtroppo nessuno ha pubblicato che sono stata assolta. Non ne hanno parlato da nessuna parte di questa assoluzione in via definitiva, non c’entravo niente e le telecamere di sorveglianza lo hanno dimostrato”, po ci passa la sorella Alessandra al centro di un caso mediatico dallo scorso 16 marzo quando è avvenuto il presunto sequestro di beni per 110 mila euro “Io non ho voluto parlare con il Messaggero perché hanno scritto cattiverie senza voler prima ascoltare la nostra versione. Ieri l’avvocato ha presentato la documentazione che i soldi erano leciti e le macchine sono state acquistate con prestiti Findomestic antecedenti il riscatto delle polizze stesse. Le macchine sono state sequestrate lo scorso 16 marzo e dovremmo riaverle in 60 giorni. Non si aspettavano che noi con il legale producessimo una documentazione tanto dettagliata e le polizze sono già state estinte. Parlano di auto di lusso ma sono una 500 pagata 8 mila euro e una Golf”.
Alessandra Giudicessa ci confessa anche di vivere con grande angoscia questo vivere sotto la luce dei riflettori: “Ogni cosa che succede finiamo sui giornali, comincio davvero a pensare che stiamo antipatiche a qualcuno. Quando una persona commette un errore e paga il suo debito non può essere marchiata a vita, avevo trovato lavoro in una mensa ma non mi hanno fatto il contratto per via del precedente“, ha sottolineato sconsolata. Riguardo invece l’accusa di ricettazione di mille euro per una montain-ebike ci spiega come sono andate le cose: “È successo che dove abito io era stata messa in vendita in strada questa bici e io l’ho acquistata per 30 euro, poi ingenuamente l’ho rimessa in vendita ad un prezzo più alto per guadagnarci qualcosa. Successivamente la persona che l’ha comprata da me l’ha rivenduta a sua volta. A quel punto il proprietario l’ha riconosciuta, ma io che ne potevo sapere che fosse rubata? Altrimenti secondo voi l’avrei rivenduta?”, ha chiosato.
La verità sui guadagni da Mediaset e dai film
“Mi dicono che sono un pericolo per la società ma sono la persona più buona del mondo. Ci hanno voluto ridare la sorveglianza che già abbiamo avuto senza problemi dal 2019 al 2021, non ho più avuto denunce in tutto quel periodo rigando dritto” ha spiegato Alessandra Giudicessa che difende la redenzione delle gemelle più famose del cinema e della tv svelando quanto hanno guadagnato negli anni “L’ultima denuncia è stata quella per la bicicletta dello scorso anno, ma io ho vissuto sotto sorveglianza e se avessi davvero fatto degli impicci con polizze e auto perché sono venuti solo adesso? Io quelle polizze le ho pagate con i miei soldi e con i film e i programmi Mediaset ho guadagnato 30 mila euro. Quelli sono soldi miei, i giornali che hanno scritto falsità su 110 mila euro si sono inventati tutto”.
Le due gemelle Giudicessa non hanno mai ricevuto solidarietà da nessuno del mondo dello spettacolo, non hanno più sentito né Riccardo Milani né Paola Cortellesi: “Cinema e televisione sono spariti, magari ci vanno i delinquenti ma devi conoscere. Non abbiamo più saputo niente per un eventuale terzo film di Come un gatto in tangenziale, ci sarebbe piaciuto tornare ma a noi non manca nulla vogliamo solo vivere in pace con le nostre famiglie e i nostri figli”.