Difendersi dalla banca e proteggere la casa dalla vendita all’asta, fermando la presenza di regole non proprio favorevoli. Troppo poco si parla delle clausole vessatorie poste in essere nei contratti di mutuo e finanziamento.

Tutta colpa, ancora, della scarsa informazione promossa dagli istituti di credito nell’atto della stipula del contratto. Una condizione che potrebbe appesantire la posizione del contribuente dovendo gestire “termini contrattuali” non proprio sani.

Spesso si tratta di condizioni presentate sotto forma di rassicurazioni dalla banca promosse per tutelare il proprio investimento. Vediamo insieme quali sono gli effetti delle clausole vessatorie della banca, ma soprattutto, come bloccare la vendita all’asta della casa.

Ecco come difendersi dalla banca e dalla vendita all’asta della casa

La vera paura, è che nonostante la giurisprudenza sia corsa in aiuto dei contribuenti, continuano a serpeggiare contratti capestro. Uno scenario che permette alle banche di promuove il pignoramento della casa, mettendo all’asta per debiti fuori controllo gli immobili dei contribuenti. Ma, soprattutto, decorso il termine di 40 giorni dalla notifica del decreto ingiuntivo.

Uno scenario terribile si presenta ai contribuenti, specie considerando che la legge condanna all’espropriazione forzata dell’immobile, se trascorsi i termini legali correlati al decreto ingiuntivo, ma soprattutto, non tiene conto dell‘illegittimità del contratto.

In tutto questo, il contribuente viene posto nella condizione di non poter più proporre opposizione al pignoramento immobiliare, così come spiegato dalla leggepertutti.it.

Fortunatamente, a cambiare le sorti di tanti contribuenti è giunta una sentenza n. 9479/23 della Corte di Cassazione a Sezione Unite. I giudici Ermellini hanno previsto che un decreto ingiuntivo definitivo, può essere contestato nella fase di pignoramento già in corso.

In sostanza, questa sentenza permette a coloro che hanno un procedimento di espropriazione in corso, quindi con una casa in vendita all’asta, senza la presenza di azioni di tutela, di promuovere il blocco della procedura permettendo una ricostruzione della vicenda dinanzi al giudice.

Come salvare l’immobile dal pignoramento e tutelarsi dalla banca

Per una banca inserire in un contratto di mutuo o finanziamento le clausole vessatorie sui tassi di interesse rappresenta un buon vantaggio. A monte esistono dei risvolti interessanti per gli istituti di credito.

La clausola vessatoria promuove la sostenibilità della banca. Il vero problema è, che il contribuente può ritrovarsi con una variazione del tasso di interesse poco favorevole, ne trasparente.

Una condizione che potrebbe portare a dover gestire un tasso di interesse più alto, rispetto a quello pattuito inizialmente con la banca, ma anche offerto da altri istituti di credito. Una situazione che non permette di calcolare la spesa complessiva del finanziamento o mutuo.

In tutto questo, esistono altre tipologie di clausole vessatorie, come ad esempio le spese di commissione, spesso dagli importi improponibili o accuratamente sottratte alla vista del cliente.

Non in tutti i contratti sono chiari i costi di istruttoria della pratica, nonché della gestione del finanziamento, con regole diverse per l’estinzione anticipata del finanziamento. Condizioni che passano in sordina all’atto della stipula del contratto. Non si può dire che si tratta di spese “irrisorie”, ma piuttosto, dell’applicazione di condizioni che possono minare la tua stabilità finanziaria.

La clausola vessatoria che permette di trattenere somme di denaro dal tuo conto corrente

Ovviamente, si può discutere dei tanti aspetti legati alle vessatorie, come ad esempio delle clausole di garanzia o fideiussione. Non sempre tutto è semplice. Potresti aver garantito per un familiare o amico, facendo da garante, senza conoscere esattamente gli obblighi a cui dover realmente far fronte. Come ad esempio, è possibile che la clausola di garanzia non ti permette di revocare il diritto o apportare modifiche unilaterali al contratto promosso dalla banca.

D’altra parte, ogni istituto di credito fa il suo mestiere e potresti scoprire la presenza di una clausola vessatoria che permette alla banca di apportare correttivi unilaterali al contratto. Modiche che possono riguardare la variazione del tasso di interesse, le condizioni di rimborso o la durata del finanziamento. Clausole vessatorie che se non comunicate potrebbero aumentare, forse, l’insofferenza della tua posizione economica.

Non sempre, ma può accadere che la banca applichi delle clausole di compensazione automatica. IL che porta l’istituto di credito a trattenere in modalità del tutto automatica, del denaro presente in conto, attivando un’operazione di compensazione dei debiti prodotti dal finanziamento o mutuo. Anche in questo caso, si tratta di una clausola vessatoria che se non comunicata o negoziata può aumentare il debito nei confronti della banca.

Infine, in presenza di contestazione legali in ambito contrattuale, se presente una clausola che dirotta verso un foro diverso per le liti, non solo rientra nella categoria delle clausole vessatorie, ma addirittura è illegittima.

Per legge le controversie nei contratti con i consumatori, vanno trattate nel tribunale di appartenenza del cliente.

Infine, ricordiamo che grazie alla sentenza n. 9479/23 delle Sezioni Unite Civili della Cassazione, in merito alle clausole vessatorie permette di contestare la vendita all’asta della casa, anche in assenza di opposizione al decreto ingiuntivo.