Questa mattina l’esercito israeliano ha dichiarato di aver condotto un raid contro i leader del gruppo della Jihad islamica sulla Striscia di Gaza. Tale attacchi, secondo i funzionari palestinesi, hanno ucciso almeno 13 civili, compresi bambini. Intanto, Israele ha proclamato lo stato di allerta nell’area circostante la Striscia.
Raid sulla Striscia di Gaza, colpiti edifici residenziali
Gli attacchi aerei prima dell’alba hanno colpito edifici residenziali in tutto il territorio costiero palestinese, circa una settimana dopo uno scontro a fuoco tra la Jihad islamica e Israele.
Il Ministero della Salute palestinese a Gaza ha dichiarato che, oltre ai 13 civili uccisi, almeno 20 persone sono rimaste ferite.
L’esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira e ucciso Khalil Bahitini, che secondo lui era stato responsabile del lancio di razzi contro Israele nell’ultimo mese; Tareq Ezzedine, che aveva diretto attacchi contro gli israeliani nella Cisgiordania occupata; e Jihad Al-Ghanam, un altro leader di alto rango del gruppo.
Israele ha anche attaccato i siti e le infrastrutture militari della Jihad islamica.
Durante gli attacchi, l’esercito israeliano ha ordinato ai residenti di Israele che vivono entro un raggio di 25 miglia dal confine del territorio costiero palestinese di rimanere vicino ai rifugi antiaerei per i prossimi due giorni, in apparente attesa di un lancio di razzi di rappresaglia.
Dichiarato lo stato di emergenza lungo il confine
Il ministro della difesa israeliano, Yoav Gallant, ha dichiarato una situazione di emergenza lungo il confine. I militari hanno emesso una mappa delle chiusure stradali nell’area e hanno chiuso i valichi di frontiera a persone e merci. Il colonnello Hecht ha affermato che il ministero ha incaricato l’esercito di essere pronto a richiamare i riservisti.
Le tensioni fra i due gruppi
L’operazione, che i militari hanno chiamato in codice “Scudo e freccia”, segue una breve esplosione di violenza dopo la morte, la scorsa settimana, di un importante prigioniero palestinese, Khader Adnan, che aveva fatto uno sciopero della fame per 87 giorni per protestare contro la sua detenzione. La Jihad islamica ha lanciato più di 100 razzi e colpi di mortaio verso il sud di Israele nelle 24 ore successive alla sua morte.
Un’altra breve fiammata un mese fa, durante il mese sacro musulmano del Ramadan, ha avuto luogo dopo un raid della polizia israeliana a Gerusalemme nel complesso della moschea di Aqsa, un luogo venerato noto agli ebrei come il Monte del Tempio. Ciò ha spinto i gruppi palestinesi a Gaza e le milizie in Libano – guidate da Hamas, secondo l’esercito israeliano – a lanciare raffiche di razzi contro Israele.