Ha trascorso gli ultimi dieci mesi della sua vita in ospedale a causa delle gravi ustioni riportate, ma alla fine non ce l’ha fatta, Nicola Liguori, il 36enne bruciato vivo a Frattamaggiore, in provincia di Napoli, mentre era in videochiamata con la fidanzata tra il 30 giugno e il 1 luglio dell’anno scorso. Si aggrava in questo modo la posizione di Pasquale Pezzella, per cui l’accusa passa da tentato omicidio a omicidio. L’uomo, già detenuto nel carcere di Poggioreale, si è sempre dichiarato innocente. Nei suoi confronti si aprirà ora un nuovo processo presso la Corte di Assise.

Bruciato vivo Frattamaggiore: è morto Nicola Liguori

Dopo dieci mesi di agonia, Nicola Liguori è morto presso l’ospedale Cardarelli di Napoli nella serata del 7 maggio scorso. Vi era stato ricoverato, dopo essere stato traferito da Bari, a causa delle gravi ustioni riportate dopo aver subìto un’aggressione a Frattamaggiore, tra il giugno e il luglio del 2022. Allora il 36enne, papà di una bambina, si trovava su una panchina di Viale Tiziano, quando, all’improvviso, un uomo lo aveva raggiunto alle spalle, cospargendo il suo corpo di benzina e dandolo alle fiamme davanti agli occhi sconvolti della fidanzata, con cui la vittima era in videochiamata. Sarebbe stata lei, negli attimi immediatamente successivi, a riconoscere il sospettato numero uno: Pasquale Pezzella.

L’uomo era stato arrestato quattro giorni dopo i fatti. A fare il suo nome era stato anche Liguori, mentre veniva accompagnato dal fratello al pronto soccorso e, più tardi, in sede di incidente probatorio, presso l’ospedale. L’uomo, attualmente detenuto nel carcere di Poggioreale, rischia ora di vedere aggravarsi la sua posizione, perché, con la morte della vittima, l’accusa di tentato omicidio che gli viene contestata si trasformerà in omicidio. A spiegarlo è il legale che lo difende, l’avvocato Fernando Pellino.

Sicuramente ora il mio assistito, che si è sempre dichiarato innocente rifiutando il rito abbreviato che comporta uno sconto di pena, verrà accusato di omicidio – ha dichiarato -. Il processo in corso (presso il Tribunale di Napoli Nord, ndr) verrà annullato mentre ne inizierà uno nuovo presso la Corte di Assise di Napoli.

L’ipotesi dell’accusa è che l’imputato possa essersi scagliato contro Liguori per vendicare il furto di uno scooter, di cui avrebbe ritenuto responsabile proprio il 36enne, probabilmente in relazione alla sua attività di svuota cantine. Una ricostruzione contestata dalla difesa, secondo cui Pezzella sarebbe totalmente estraneo ai fatti. Anche perché sostiene di non aver subìto rapina alcuna. Sarà il processo a suo carico a chiarirlo.

Le parole della mamma della vittima

Le condizioni di Liguori erano apparse fin da subito disperate, tanto da richiederne, nel giro di qualche giorno, il coma farmacologico: una volta ricoverato in ospedale, i medici gli avevano refertato profonde ustioni sul 35% circa del corpo. Nella giornata di oggi sarà conferito l’incarico medico-legale per l’autopsia.

L’ho visto per l’ultima volta , nel reparto di terapia intensiva del Cardarelli. Mio figlio era ridotto ad uno scheletro, paralizzato alle gambe. Era molto forte, capace di sopportare dolori inimmaginabili. Là quel fuoco lo ha consumato lentamente. Chiedo giustizia. Ma l’avrà mai,

ha dichiarato la mamma, straziata dalla perdita, in una lunga intervista al Mattino. Il dramma che ha strappato alla vita suo figlio non riesce ancora a spiegarselo.

Da qualche mese non riusciva più a muovere le gambe, ed erano sopraggiunte le allucinazioni – ha detto -. Ma nei momenti di lucidità mi sussurrava che voleva tornare a casa per stare con la figlia. Ora spero che dopo questo Purgatorio, il buon Dio l’abbia preso con sé. Non soffrirà più. Ne sono convinta. Ma il dolore per la sua morte è insopportabile.