Sale la tensione in Ucraina dopo lo stop ai reattori nucleari di Zaporizhzia voluto da Mosca. Il governatore ad interim della regione, il russo Yevgeny Balitsky, ha ammesso di aver fermato il funzionamento a causa di un’azione dell’esercito ucraino che rischia di creare problemi alla centrale.
Ucraina, Mosca: “Stop ai reattori di Zaporizhzia”
Balitsky in una intervista al canale televisivo, riporta l’agenzia russa Tass, ha spiegato che:
“Le autorità della regione di Zaporizhzhia hanno sospeso il funzionamento dei reattori della centrale nucleare per evitare provocazioni da parte delle forze armate ucraine”. Dunque, una mossa precauzionale. Il governatore ha anche aggiunto che “le forze armate ucraine hanno iniziato a scaricare l’acqua dalle dighe”.
Il livello dell’acqua nel bacino idrico di Kakhovka, evidenzia, “è salito 17,08” metri. Un livello talmente alto, e dunque critico, che può portare – se il livello salisse ancora – alla rottura della dica vicino la città di Kamenka–Dneprovskaya e, conseguentemente all’allagamento della centrale nucleare.
“Il livello dell’acqua nel bacino idrico di Kakhovka è salito a un livello critico a causa delle inondazioni, dello scarico di acqua dalle centrali idroelettriche controllate dalle autorità di Kiev a monte del Dnepr e del bombardamento della stazione da parte delle forze armate ucraine. Un ulteriore aumento potrebbe portare alla rottura di una diga vicino alla città di Kamenka-Dneprovskaya, all’allagamento delle città e dei villaggi vicini e alla centrale nucleare”, ha proseguito. “Comprendiamo che si tratta di manipolazione. Pertanto, i reattori nucleari sono ora sospesi”,
Ue: “Se la Cina aiuta la Russia ci sarà una risposta forte”
Intanto l’Europa ‘minaccia la Cina’. Dopo le sanzioni alla Russia, l’Unione europea si appresta anche a mettere sul piatto penalità anche per lo stato asiatico.
“In quest’Aula ci sono membri sanzionati dalla Cina. È una discussione in corso quella su come trattare con un Paese che è un attore commerciale nello scenario economico, che ha un insieme di valori molto diverso dal nostro, in cui le procedure democratiche non sono quelle che noi definiremmo tali. Allo stesso tempo, quando è chiaro che la Russia viene aiutata, politicamente, come rispondiamo? Vorrei la risposta più forte e coerente da parte dell’Unione europea”.
Così la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in un’intervista rilasciata ai canali radiotelevisivi europei riuniti nell’Ebu (European Broadcasting Union, l’Unione europea di radiodiffusione).
Dunque, in poche parole: “sanzioni più severe se ciò può portare al ritiro della Russia dall’Ucraina”. “Se c’è un Paese che possa in qualche modo aiutare e favorire la guerra in corso, la nostra risposta deve essere la più forte possibile”, ha evidenziato ancora. Poi conclude:
“Se riuscissimo a mettere tutto sul tavolo, l’aspetto economico, la prospettiva dei diritti umani, saremmo in grado di avere una politica coerente. Ma l’Unione europea non ha ancora una politica coerente. E questo è ciò che chiederei. Vorrei che identificassimo il nostro ruolo di leadership come Unione, sia da una posizione geostrategica, sia da una posizione economica e di diritti umani”.