Si avvicina lo stop del Rdc 2023. Alla fine, l’Assegno di inclusione batte tutte le previsione e diventa la misura ufficiale del 2024. La conferma arriva dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Legge n. 48/2023.

In verità, la nuova misura include due ammortizzatori sociali, il primo aspetto riguarda più una misura di contrasto alla povertà, mentre l’altro intende rafforzare il canale della formazione e il lavoro. Vediamo insieme come funziona la misura “ad hoc” per le famiglie: requisti, modalità e importi dell’Assegno di inclusione.

Stop Rdc la fine è vicina: a chi spetta la priorità all’Assegno d’inclusione?

Come detto, l’Assegno di inclusione metterà a riposo definitivamente il Reddito di cittadinanza e pensione, non è panico tra i fruitori, ma non tutti potranno continuare a percepire il sussidio di Stato. Si riduce così la platea di coloro che godono dell’Rdc, destinatari di almeno uno degli strumenti contenuti nel nuovo ammortizzatore, così suddiviso, quale:

  • sarà operativo da gennaio 2024 il nuovo Assegno di inclusione, in favore delle famiglie composte da membri “fragili”, come minori, over 60 e disabili;
  • sarà operativo da settembre 2023 il Supporto per la formazione e il lavoro (misura temporanea), in favore di coloro che non rientrano nella prima categoria.

L’Ente nazionale della previdenza sociale dovrà aggiornare la piattaforma per l’invio delle richieste di ammissione all’Assegno di inclusione e il rilascio del beneficio economico.

Ora, è vero che, per quanto riguarda la formazione e lavoro la gestione degli assegni sarà subordinata dalla presenza di un nuovo sistema informatico – SIISL, uno strumento coordinato tra Ministero, Regioni, Comuni e ANPAL. Nel merito, sono attesi nuovi aggiornamenti verso fine giugno.

Come funziona l’Assegno di inclusione?

Non è certamente la prima volta che si parla del nuovo Reddito di cittadinanza, specialmente adesso che la misura è stata ufficializzata a tutti gli effetti di legge. Ma forse interessa molto di più conoscere l’importo del contributo economico previsto per l’Assegno di inclusione.

Il punto, è questo, non esiste un solo contributo, ma occorre considerare diversi aspetti che compongono il valore del sussidio, se spettante. In particolare, il beneficio consisterà in un supporto al reddito e una quota per l’affitto.

Ad ogni modo, l’assegno di inclusione viene erogato per almeno 18 mesi in via continuativa, rinnovabili per altri 12 mesi, con un mese di sospensione, il cui importo varia in base a diverse condizioni, tra cui:

  • viene rilasciato un contributo economico come integrazione al reddito per un valore complessivo pari a 6.000 euro annui, ovvero 500 euro mensili, incrementati a 7.560 euro, se i membri che compongono il nucleo familiare hanno raggiunto 67 anni di età o affetti da disabilità grave o in uno stato di non autosufficienza. Su questi elementi andrà applicata la scala di equivalenza che terrà conto dei numeri dei membri correlato a un valore minimi pari a 480 euro mensili;
  • viene rilasciato un contributo economico come quota o integrazione al pagamento del canone di locazione (affitto), fino a un valore massimo di non oltre 3.360 euro all’anno. Prevista una quota pari a 1800 euro per le famiglie composte da membri over 67 o in uno stato di non autosufficienza.

In presenza dell’avvio di un progetto lavorativo il contributo economico rilasciato a titolo di Assegno di inclusione potrà essere cumulato con il reddito fino al tetto massimo fino a 3000 euro annui. In ogni caso, la variazione andrà regolarmente comunicata all’Ente nazionale della previdenza sociale.

A chi spetta l’Assegno di inclusione? I Requisiti

Nel 2024 sarà messo a regime l’Assegno di inclusione, se non altro per sostenere le famiglie composte da membri “non occupabili”, perchè “fragili” come minori, over 60 e persone disabili.

L’erogazione del contributo economico è subordinata dalla presenza di più requisiti, tra cui:

  • italiano e dell’Unione Europea;
  • cittadino extracomunitari con permesso di soggiorno. Previsto un vincolo quinquennale di residenza, di cui gli ultimi due anni in forma continuativa.
  • reddito annuo certificato dall’indicatore ISEE uguale o inferiore a 9.360 euro. Se presenti minori si applicano le disposizioni contenute nell’articolo 7 del Decreto Ministeriale n. 159/2013;
  • reddito familiare uguale o inferiore a 6.000 euro annui, a cui si applica il parametro della scala di equivalenza.

E, ancora, occorre considerare diversi aspetti che compongono il nucleo familiare, quali;

  • se tutti i membri che compongono il nucleo familiare hanno un’età uguale o superiore a 67 anni;
  • se presenti membri in stato di disabilità grave o di non autosufficienza,

Il limite reddituale annuo certificato ISEE dovrà risultare uguale o inferiore a 7.560 annui, per la scala di equivalenza.

Quali sono i requisiti economici del nuovo Rdc?

Come per il Reddito di cittadinanza anche l’Assegno di inclusione prevede dei limiti immobiliari e mobiliari, quali:

  1. patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro;
  2. patrimonio mobiliare, non più alto di 6.000 euro, incrementato di 2.000 euro per ogni membro appartenente al nucleo familiare seguente al primo, entro la soglia massima di 10.000 euro, accresciuto di 1.000 euro per ogni membro minore seguente al secondo; a cui si applica un’ulteriore maggiorazione di 5.000 euro per i membri disabili e di 7.500 euro per membro in stato di disabilità grave o di non autosufficienza.