Carlo Cottarelli si è dimesso da Senatore ed ha deciso di lasciare il suo seggio di Palazzo Madama. Una decisione abbastanza repentina e sicuramente inaspettata specie per le tempistiche: l’economista prestato alla politica, che aveva deciso di scendere in campo proprio in vista dell’ultima tornata di elezioni politiche, esce di scena. Già esausto del ruolo come si evince dalle parole usate per motivare la sua decisione:

Rispetto alla mia attuale posizione al Senato, due cose hanno reso più facile accettare la proposta fattami dall’Università Cattolica. Primo, in questo momento storico mi sembra che nella vita parlamentare ci sia molta, troppa animosità. Spesso le posizioni sono espresse ‘per partito preso’ e i dibattiti sono solo un’occasione per attaccare l’avversario.

“Troppa animosità”. Cottarelli sembra quasi preso alla sprovvista da quel che significa fare politica nelle istituzioni. Sembra difficile crederlo, poiché è ben evidente, anche in termini di animosità, cosa voglia dire stare dentro il Palazzo. Ma posto ciò, la sua è una decisione. E come tale va rispettata. Tornerà alle sue cose Cottarelli, e si aprirà anche a nuovi progetti:

Lascio il Senato per andare a dirigere, a titolo gratuito, un nuovo Programma per l’Educazione nelle Scienze Economiche e Sociali di rivolto agli studenti delle scuole superiori offerto dall’Università Cattolica di Milano.

Il motivo, al di là del suo non sentirsi avvezzo all’animosità della politica, sta nella elezione di Elly Schlein a nuova Segretaria del Partito Democratico. Cottarelli, infatti, è stato eletto in quota PD ed in quel PD, semplicemente, non si riconosce più. Anche questa motivazione politica, seppur ci appare frettolosa, è legittima. Le sue parole su questo:

È innegabile che l’elezione di Elly Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo. Ho grande stima di Elly Schlein e non credo sbagli a spostare il Pd verso sinistra. La scelta alle primarie è stata netta e i sondaggi la premiano. Un Pd più a sinistra può trasmettere un messaggio più chiaro agli elettori, cosa essenziale per un partito politico. Ciò detto, mi trovo ora a disagio su diversi temi. Una questione chiave è il ruolo che il ‘merito’ debba avere nella società. Il principio del merito era molto presente nel documento dei valori del Pd del 2008, l’ultimo disponibile quando decisi di candidarmi. Manca invece in quello approvato a gennaio 2023 e nella mozione Schlein per le primarie.

Chi entra al posto di Cottarelli

La domanda, a questo punto, è chi prenderà il nome di Carlo Cottarelli al Senato. Sarà Cristina Tajani.

Chi è Cristina Tajani

Nata a Terlizzi, in provincia di Bari nel 1978, Cristina Tajani è una pugliese trapiantata a Milano dove ha studiato economia alla Bocconi e dove si è formata professionalmente. Ma anche politicamente visto che nel 2011 decide di candidarsi, a sostegno di Giuliano Pisapia, nella lista della Sinistra Arancione. La vittoria di Pisapia le consente di ottenere un posto in giunta con deleghe a Lavoro, Commercio e Moda. Nel 2016 si candida di nuovo ma nella lista civica a sostegno di Beppe Sala e risulta la prima eletta e l’attuale Sindaco di Milano la conferma, con le stesse deleghe, nel ruolo di Assessora. Nel 2022 tenta l’approdo in Parlamento ma lo fallisce per poco. Davanti a lei arriva proprio Carlo Cottarelli. Tajani diventa, quindi, Presidente e AD di anpal servizi (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro) ma rimane nel ruolo solamente per pochi mesi. Proprio perché subentrerà, dopo che il Senato avrà ratificato le dimissioni, al dimissionario Carlo Cottarelli.