Prima una mandibola, poi altre ossa. Il mistero si infittisce nel genovese e così la procura del capoluogo ligure ha mandato tutti le ossa ritrovate a Casella, al Ris di Parma affinché vengano esaminarli.
Molti sono i dubbi: sono tutte ossa umane? sono di un uomo o di una donna? Sono della stessa persona? Il Csi italiano esaminerà ogni reperto e darà poi i risultati agli investigatori. Intanto il sostituto procuratore, Valentina Grosso, ha aperto un fascicolo per “istigazione al suicidio”, proprio per consentire che vengano eseguiti in maniera approfondita tutte le analisi necessarie.
Lo scorso agosto il ritrovamento a Casella, nel genovese, di una mandibola umana. Poi, lo scorso marzo, il ritrovamento di altre ossa, sempre nella stessa zona: la Procura di Genova ha quindi deciso di riunire in un unico fascicolo entrambi i ritrovamenti e di inviare le ossa al Ris di Parma affinché vengano esaminate.
Ossa rinvenute a Casella: a chi appartengono i resti ritrovati nel genovese
Se il Ris confermerà che sono resti umani, allora la procura chiederà che venga estratto il Dna. Il ritrovamento delle ossa aveva creato delle aspettative in alcune famiglie i cui cari erano scomparsi da tempo. Le analisi potrebbero dunque risolvere denunce di sparizioni o aprire nuovi casi. Una delle persone scomparse, la cui famiglia non si da pace, è Maria Imparato, che viveva proprio a Casella quando è scomparsa nel nulla 28 anni fa.
La donna, in base a quanto emerge, era scomparsa vicino al luogo del ritrovamento. Ma bisogna capire come siano finite, in caso, le sue ossa lì. Maria Imparato scomparve il 14 febbraio del 1995, quando uscì di casa in pelliccia e pantofole. All’epoca aveva 49 anni e aveva passato una crisi matrimoniale, anche se da poco era tornata con il marito e le figlie. Proprio le figlie non si sono mai date per vinte.
Altre due famiglie, che potrebbero essere coinvolte, sono i Trucco e i Lorenzelli. Giovanni Trucco scomparve nel 2007 a 85 anni a Montoggio. Riccardo Lorenzelli nel 2008 a 93 anni.