Massimo Cacciari commenta a TAG24 la volontà dell’esecutivo di varare nuove riforme istituzionali. Il Governo punta infatti a portare a casa, entro il termine della legislatura, la riforma costituzionale sul presidenzialismo e quella sul premierato. La premier Meloni ha per questo convocato, per domani, un incontro con i partiti di minoranza a palazzo Chigi. Le opposizioni, tuttavia, non sembrano disposte ad aprirsi sui temi proposti. Nel frattempo il ministro Calderoli continua a portare avanti la riforma voluta dalla Lega sull’autonomia differenziata.

Riforme istituzionali, Massimo Cacciari : “Non c’è una classe politica in grado di fare riforme”

La redazione di TAG24 ha raggiunto il filosofo Massimo Cacciari per conoscere la sua opinione in materia di riforme istituzionali in vista dell’incontro di domani tra la presidente del Consiglio Meloni e le opposizioni.

Cacciari, cosa ne pensa della volontà del Governo di aprire una nuova stagione di riforme istituzionali?

“Penso si tratti del solito gioco. Quando non si hanno idee chiare su altri temi o non si riesce a prendere decisioni efficaci, si inizia a pasticciare e si torna a parlare di riforme istituzionali. È da trenta cinque anni che va avanti in questo modo, è evidente. Le riforme costituzionali le fanno classi politiche nuove dopo discussioni anche dure e aspre dove si confondono strategie e culture politiche. Questo però poteva avvenire dopo la caduta del muro, al termine della guerra fredda, o dopo Tangentopoli. Quella era l’epoca dove si poteva aprire una fase costituente vera e propria. Finita quella ci sono state solo chiacchiere: quando la politica è messa male comincia a pasticciare”.

Lei vede dunque uno schema che si ripete?

“Certo, è talmente chiaro e talmente evidente. Sarà il bis di quanto accaduto a Renzi e al suo tentativo di riforma costituzionale”.

Nel frattempo il ministro Calderoli continua a tirare dritto per la riforma dell’autonomia differenziata. Cosa ne pensa?

“Sono anni che ripeto le stesse cose. Quello di cui parla Calderoli non ha niente a che fare con il federalismo, è semplicemente la richiesta delle regioni più forti di tenersi una quota maggiore delle imposte che si ricavano nei loro territori. È semplicemente un fatto economico. Le riforme istituzionali dovrebbero vedere che forma dare a un nuovo Parlamento, eventualmente con una riforma seria in senso presidenzialistico. La priorità dovrebbe essere restituire il potere ai parlamentari che da anni e anni ormai non contano più niente. Oppure penso al tema delle macro regioni a cui dare responsabilità vere e precise anche dal punto di vista della riscossione generale. Non si può parlare solo di trasferimenti. Sono tutti discorsi generali di cui si parlava trentacinque anni fa e non si è fatto assolutamente nulla.

La verità è che non c’è una classe politica che sia in grado di fare delle vere riforme: non c’è De Gaulle, non ci sono i vecchi democristiani, i vecchi comunisti. Non c’è un cavolo di niente. Queste sono persone che tirano fuori il discorso delle riforme istituzionali per coprire il fatto che non c’è niente sul piano fiscale e sociale, c’è solo lo smantellamento del welfare e una politica estera totalmente succuba. Tirano fuori le riforme istituzionali per buttarci fumo negli occhi. Per carità di dio, dai..”