Centottanta minuti di derby Champions per Olivier Giroud che va a caccia della seconda vittoria personale del maggiore torneo continentale. L’attaccante francese ha già alzato la coppa dalle grandi orecchie quando vestiva la maglia del Chelsea nel 2021 contro il Manchester City di Pep Guardiola. Nel frattempo, è passato al Milan che di fronte si ritrova la sfida più affascinante possibile per guadagnarsi la finale: il doppio confronto con gli eterni rivali dell’Inter. Se la storia va a favore dei rossoneri con il passaggio del turno nella stagione 2002/03 con la vittoria finale sulla Juventus, il presente racconta di un Inter che nelle gare secche ha avuto la meglio sui cugini. Entrambe arrivano alla gara di andata con una vittoria in campionato ma Inzaghi può sorridere per aver ritrovato il migliore Lukaku, Pioli invece deve fare i conti con un Rafael Leao malconcio e in dubbio per mercoledì sera.
Giroud e il derby Champions
Con il portoghese in forte dubbio, toccherà a Giroud sorreggere tutto il peso dell’attacco del Milan nel derby di Champions League. L’attaccante francese fin qui ha totalizzato otto reti in campionato e cinque in Europa timbrando contro l’Inter nel derby di andata vinto per 3-2. Tempi lontani, ora in ballo c’è una finale e Giroud racconta ai microfoni della UEFA come si sta preparando all’appuntamento:
San Siro è un posto speciale, soprattutto quando si tratta del derby. Poi c’è il prestigio della Champions League e il fatto che ci sarà sicuramente una milanese in finale. In Serie A ho segnato tre gol in tre partite contro l’Inter e ho anche fatto uno o due assist, quindi le statistiche sono buone. Ma ricordo anche la sconfitta in Supercoppa, loro hanno dominato nettamente. Mi è rimasta in testa, quindi dovremo giocare al meglio. A Napoli dopo aver sbagliato il rigore sapevo di dover rimanere concentrato, perché ero sicuro che avrei avuto un’altra grande occasione; un po’ come contro l’Inghilterra ai Mondiali, quando ho segnato subito dopo averne sprecata una. È questione di resilienza e perseveranza, devi sempre credere che avrai una possibilità. Per un attaccante è importante mantenere la fiducia anche dopo un rigore sbagliato
Sta ritrovando la forma migliore dopo qualche prestazione opaca. A settembre compirà 37 anni e il fisico reagisce diversamente rispetto a qualche anno prima, Giroud però continua a gestirsi nel migliore dei modi per essere sempre competitivo ai massimi livelli:
L’obiettivo è sfruttare al massimo i minuti in campo. Grazie a uno stile di vita sano e al fatto che mi infortuno raramente, ho ancora buoni risultati e mi sento benissimo fisicamente: perché non dovrei continuare? Amo il calcio e so quanto mi mancherà quando appenderò gli scarpini al chiodo. Chiedete cosa ne pensa Zlatan Ibrahimović. Per lui è lo stesso: ama il calcio e spinge al massimo. Rimanere al top anche quando il fisico rallenta è questione di passione, forza mentale, professionalità e determinazione. Per i miei compagni sono come un fratello maggiore: do consigli se ne hanno bisogno, sono disponibile e cerco sempre di avere un atteggiamento positivo. Parlare con i più giovani e incoraggiarli è importante. È un ruolo che mi piace, mi dà felicità giorno dopo giorno
Al Milan da due stagioni
Olivieri Giroud ha più volte sfiorato l’Italia nel corso della sua carriera dovendo attendere l’estate del 2021 quando il Milan lo prelevò dal Chelsea per giocarsi il posto con Ibrahimovic. Mai acquisto fu più provvidenziale con il francese che ha trascinato la squadra allo scudetto della scorsa stagione:
Firmare con il Milan era l’occasione per affrontare una nuova sfida. Al Chelsea, alla fine, non giocavo molto. Potevo andarmene prima e firmare per l’Inter nel mercato invernale del 2020, invece Dio ha voluto che scegliessi il Milan. Sono molto contento. Se mi avessero detto che al primo anno avremmo vinto lo scudetto dopo 10 anni e che al secondo saremmo tornati in semifinale di Champions League dopo 16 anni, mi sarebbe sembrato irrealistico. Seguivo il Milan quando ero adolescente, alla fine degli anni ’90. Un giocatore in particolare che mi ha fatto amare questa squadra è Andriy Shevchenko. Cercavo di imitarlo in allenamento, anche nel modo in cui correva e nella sua eleganza. Era uno dei più grandi attaccanti, molto completo; poteva segnare di destro, di sinistro e di testa, ed era anche veloce