Ultimi aggiornamenti dalla guerra in Ucraina: funzionari russi segnalano il fuoco delle forze di Kiev su Zaporizhzhia e Belgorod, in quello che potrebbe rivelarsi un segnale di controffensiva da parte del Paese invaso.

Il funzionario filorusso Vladimir Rogov ha parlato di “feriti e danni” nella città di Polohy, ubicata nella regione meridionale di Zaporizhzhia e sotto il controllo dalla Russia. Rogov, citato dalla Cnn, parla anche della distruzione di infrastrutture civili. Motivo che, secondo il funzionario del consiglio dell’amministrazione militare-civile, ha spinto le forze di Mosca ad evacuare temporaneamente i residenti in aree sicure.

Situazione analoga nella regione russa di Belgorod, dove le autorità locali hanno riferito di “massicci bombardamenti” da parte delle forze armate ucraine. Tra le città prese d’assalto c’è quella di Shebekino, nella quale ci sarebbero quattro feriti, secondo il governatore di Belgorod Vyacheslav Gladkov, citato da Ria Novosti. Stando alle parole del funzionario al primo attacco non ci sono stati danni, mentre al secondo al secondo è stata avvertita un’esplosione vicino a tre condomini.

Guerra, controffensiva ucraina a Zaporizhzhia e Belgorod: Russia risponde bombardando Kherson

Nonostante la possibilità di una controffensiva, i raid russi non accennano certo a placarsi. L’esercito di Mosca ha bombardato ancora la regione di Kherson, provocando il ferimento di sei persone. Lo rivela il servizio stampa della regione di Kherson. L’amministrazione ha citato in particolare due civili, una donna di 67 anni e un uomo di 42, rimasti feriti dalle bombe. La donna ha riportato “ferite molto gravi da schegge alla testa, al torace e all’addome”.

Nel frattempo, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova non risparmia parole al veleno nei confronti di Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino è considerato dalla portavoce “peggio di un nemico”.

Un traditore. Questo è Zelensky. La nuova incarnazione di Giuda nel XXI secolo.

Le ire di Zakharova sono legate in particolare alla decisione, da parte di Zelensky, di istituire in Ucraina la Giornata dell’Europa il 9 maggio. Così facendo, il leader ucraino ha di fatto abolito il Giorno della vittoria, celebrato in Russia e in svariati Paesi ex Urss nello stesso giorno.

Abolendo il Giorno della vittoria il 9 maggio, ha tradito una volta per tutte i suoi antenati: quelli che hanno combattuto nell’Armata Rossa, e quelli che sono stati torturati e seviziati nei campi di concentramento, e quelli che hanno lavorato per la vittoria nelle retrovie.

Sulla scia delle parole di Vladimir Putin, la portavoce ha definito Zelensky “un complice dei nazisti 80 anni dopo”.