Uno studente di ingegneria elettrica di 27 anni è morto cercando di riparare la corrente in un ospedale colpito dai combattimenti nella regione sudanese del Darfur.
Sudan, ingegnere fulminato nel Darfur
Si chiamava Muhammedin Fadul Idris Wadi, noto ai suoi amici come Ala Danedn e è stato fulminato giovedì al centro sanitario Sayed al-Shahada nella città di Fasher. Lui faceva parte di un gruppo di volontari che cercavano di mandare avanti la clinica. “Era noto per il suo sorriso, anche in tempo di guerra” ha detto un suo amico. “Ha dato la vita come servitore del popolo di Fasher”, ha aggiungo Ishaq, un collega che studiava con lui all’’Università di Fasher.
Ala Danedn era incredibilmente amato per il suo fortissimo senso comunitario e ammirato per il suo lavoro instancabile. Una frase che accompagna la sua foto del profilo su Facebook recita: “Non aspettare l’opportunità, creala”.
Da quando è scoppiato il conflitto in Sudan tra fazioni militari rivali il 15 aprile, il suo gruppo di volontari, chiamato Youth of the al-Thawra Initiative, si è concentrato sull’assistenza medica a Fasher, la capitale dello stato del Nord Darfur.
“Ci ha tenuti a galla psicologicamente nei momenti difficili con le sue parole gentili – e ha lavorato come un’ape”, ha detto un suo amico. “Era bravo a fare rete con farmacie e aziende di forniture mediche”, ha detto Ishaq della dedizione del suo amico per vedere riaprire il centro sanitario.
La clinica ha ripreso a funzionare lunedì scorso con l’aiuto di 25 medici volontari e 80 volontari della comunità, ma si trovava ancora in difficoltà. Con molti posti tagliati fuori dall’elettricità – o con una fornitura irregolare – Ala Danedn si era occupato di un problema elettrico al centro sanitario giovedì sera. Il suo amico ha detto che è svenuto dopo aver ricevuto un forte shock ed è stato trasferito al South Hospital. Ma dopo 48 ore i volontari non sono riusciti a salvarlo e lo studente è morto nella notte di sabato.
I combattimenti iniziati tre settimane fa stanno devastando il Paese: centinaia di civili sono morti e centinaia di migliaia sono stati costretti a lasciare le loro case. L’esercito e il gruppo paramilitare, le Forze di supporto rapido (Rsf), continuano a lottare per il controllo di aree chiave della capitale, Khartoum, nonostante i tentativi di far dialogare le due parti.