Il bando per i diritti tv della Serie A per il prossimo triennio si terrà nei prossimi giorni, con il 16 maggio un’assemblea, creata ad hoc, voterà i pacchetti da mettere a disposizione per i broadcaster interessati. Una grande novità di questa nuova asta è il fatto che la durata potrà essere anche quadriennale o addirittura quinquennale, come è stato previsto dalla nuova normativa inserita nella Legge Melandri.
Tutto quello che c’è da sapere sul bando per i diritti tv della Serie A
Come riportato da ‘Il Fatto Quotidiano’, i pacchetti che verranno presentati saranno 8, spalmati in 3, 4 o 5 anni, arrivando, quindi, ad un totale di 24 opzioni complessivi per tutte le emittenti. C’è un offerta per piattaforma con una co-esclusività totale, ad esempio tutti i match a Sky sul satellite e su Dazn per lo streaming, o quasi, con 9 gare a testa più un altrove, con l’ipotesi di vederla in chiaro.
Una delle grandi novità, infatti, è rappresentata proprio dalla possibilità di rivedere la Serie A “free”. Nel caso si tratterebbe del secondo big match di giornata, ossia quella del sabato sera. Tra le offerte, però, ci sono anche diversi pacchetti che prevedono un doppio aggiudicatore, con 9 partite da una parte e 1 dall’altra, oppure 8-2 o 7-3. Proposte rivolte alle tv generaliste, ma anche alla stessa Amazon, per chi vuole investire sul singolo evento, in pay o chiaro. Una situazione che rischia di riportare al doppio abbonamento, nell’ipotesi che ad aggiudicarsi il pacchetto minore sia Sky.
Un’altra proposta è quella della formula attuale, ossia il 10+3, che andrebbe a lasciare la situazione invariata. Ad oggi, infatti, Dazn trasmette tutte e 10 le partite delle singole giornate di Serie A, mentre Sky ne manda solamente tre in co-esclusiva. A tutto questo poi si deve aggiungere la collettivizzazione dei diritti d’archivio, per la quale è prevista una modifica dello statuto della Serie A. L’asticella prefissata dalla Lega calcio è molto alta, fino ad una quota pari a 1,3 miliardi di euro. Mossa fatta per racimolare il miliardo tanto ambito, per la quale sono state pensate due strade: o il modello Champions League, con esclusive, oppure l’esperimento Serie B, che ha raddoppiato i ricavi cedendo i diritti a piattaforme diverse, ma su cifre di gran lunga inferiori.
L’ultima strada è quella che, prima di ogni bando, torna a farsi viva, ossia il famoso canale di Lega, costituito con la liquidità di un fondo o il finanziamento di una banca. Ovviamente lo scenario più plausibile resta quello dell’esclusiva, nonostante il bando sia stato preparato proprio affinché sia il mercato a decidere.