Michel Platini, l’ex numero della Fifa, attacca Ceferin e Infatino, definendolo “due usurpatori di poltrone”, riferendosi al modello di calcio che, pian piano, stanno creando. L’ex campione del mondo francese, infatti, è stato allontano dai vertici del potere del calcio mondiale, ma nonostante questo, non ha mai smesso di nutrire sentimenti contrastanti verso le misure che sono state prese. In particolare, il riferimento è a quelle proprietà che, attraverso la loro potenza economica, riescono a scavalcare le regole del Fair Play Finanziario, continuando ad aumentare il solco con le squadre più piccole.
Platini attacca Ceferin e Infantino
La critica principale è stata quella di fare politica e non calcio. Il numero uno della Uefa, Ceferin, ha da tempo stretto i rapporti con l’emiro Al-Khelaifi del PSG, una delle principali squadre che, tramite pratiche poco lecite, raggirano il Fair Play Finanziario. Scelte dettate solamente dalla volontà di guadagnare sempre di più, arrivando anche a snaturare le competizioni che hanno fatto la storia del calcio.
A Platini, però, le idee non mancano, ma “senza potere le idee non valgono nulla”. Un messaggio che da ancor più manforte a quanto detto prima sulla strada intrapresa da Ceferin. Ovviamente non poteva mancare un passaggio anche sulla Superlega, che per l’ex bianconero, prima o poi prenderà vita, anche se in modo diverso da come progettata in questo momento.
Sul razzismo e il VAR
Gli episodi Vlahovic e Lukaku hanno riaperto un capitolo che sembrava, anche se solamente in modo effimero, chiuso, ossia quello legato al razzismo negli stadi. Per Platini, infatti, il problema è nella società di oggi, definita ancora razzista. Il calcio sta facendo molto per cercare di tenere fuori dagli stadi questi episodi, ma il lavoro da fare è molto complicato. Il problema, infatti, è molto più grande e bisognerebbe partire dalle scuole per debellarlo, nonostante per l’ex numero uno l’Italia, così come la Francia, non è un Paese razzista.
Platini, inoltre, è sempre stato uno dei pochi ad essere contro il VAR, non cambiando la sua posizione nel corso degli anni. La tecnologia, infatti, avrebbe semplicemente spostato il problema, con ogni singolo tocco valutato come fallo, dal momento che tutte le azioni vengono riviste davanti ad uno schermo, togliendo l’interpretazione del campo. Tecnologia che l’ex presidente della Fifa applicherebbe esclusivamente al fuorigioco e alla gol line technology. Ovviamente tornare indietro adesso è impossibile e la paura è quella di tornare a giocare senza arbitri, come agli albori del calcio.