Due condanne a morte per insulti nei confronti dell’Islam. È quanto stabilito dalle autorità dell’Iran, che hanno ordinato di giustiziare due persone per impiccagione. La loro colpa, aver “insultato il profeta Maometto” e “bruciato il Corano”.
Il portale della magistratura iraniana Mizan on-line ha pubblicato i nomi dei due imputati: si tratta di Sadrollah Fazeli Zarei e Youssef Mehrdad. Secondo quanto si legge sul sito web, uno degli accusati avrebbe confessato la pubblicazione di un contenuto sul suo account di social media, in cui ammetteva di aver pronunciato gli insulti. La loro esecuzione è stata portata a compimento nella mattinata di oggi, lunedì 8 maggio.
Iran, due persone ricevono condanne a morte per insulti all’Islam: dubbi sulle confessioni dei due accusati
La giustizia iraniana prosegue dunque i suoi atti di barbarie nei confronti dei civili. Pochi giorni fa era toccato ad un dissidente di nazionalità svedese-iraniana, accusato di terrorismo: è stato giustiziato sabato 6 maggio. I numeri di un rapporto congiunto delle ong Iran Human Rights (IHR) e Together Against the Death Penalty parlano chiaro. Soltanto nel 2022 sono state giustiziate almeno 582 persone. Si tratta del numero più elevato di condanne a morte nel Paese dal 2015, ben al di sopra delle 333 registrate nel 2021.
Per quanto riguarda quest’ultima vicenda, gruppi di difesa dei diritti umani in Iran mostrano dubbi sulle confessioni considerate dalle autorità prova schiacciante della colpevolezza dei due. Tali confessioni sarebbero “forzate”, in quanto ottenute dietro costrizione.
Secondo l’agenzia Irna, Youssef Mehrdad era stato arrestato nel marzo del 2021. Era accusato di aver fondato e preso le redini di quindici gruppi, autori di atti di “sacrilegio e blasfemia” sui social. Anche Sadrollah Fazeli Zareh, arrestato a Yasouj sempre nel marzo del 2021, era accusato dello stesso crimine. Secondo la giustizia iraniana avrebbe fondato venti gruppi sui social, coinvolti in attività sacrileghe in rete.
A Teheran e Arak, dove i due sono stati giudicati, erano state arrestate anche altre persone, ritenute collaboratori di Mehrdad e Fazeli Zareh.