Un video choc mostrerebbe gli attimi immediatamente successivi al delitto di Torremaggiore. Taulant Malaj, l’uomo di origini albanesi arrestato nelle scorse ore per aver ucciso la figlia e il presunto amante della moglie, ferendo quest’ultima, avrebbe infatti ripreso con il suo smartphone i corpi senza vita delle vittime, inviando il filmato ad alcuni conoscenti, che lo avrebbero poi fatto circolare. I carabinieri starebbero cercando di identificarli e, intanto, hanno lanciato un appello al buon senso dei cittadini per fare in modo che le immagini non vengano divulgate ulteriormente.
Delitto Torremaggiore video: cosa mostra il filmato girato dal killer
Malaj sarebbe stato fermato dai carabinieri proprio grazie alle immagini del filmato fatto circolare su una chat a pochi minuti dal delitto. L’uomo, un 45enne di origini albanesi, è accusato dell’omicidio del presunto amante della moglie, il commerciante Massimo De Santis (di 51 anni) e di sua figlia, Jessica, appena 16enne, morta per difendere la madre, rimasta ferita ma non in pericolo di vita. Stando a quanto ricostruito finora, li avrebbe aggrediti con un coltello a serramanico, spinto dalla gelosia ossessiva per la compagna: si sarebbe prima scagliato contro l’uomo, colpendolo mortalmente nell’androne del condominio; poi avrebbe colpito la figlia, messasi in mezzo per fare da scudo alla mamma.
Dopo essere riuscita a mettersi in salvo, la donna aveva chiamato i carabinieri che, in pochi minuti, erano intervenuti, sventando il peggio. Sembra infatti che il killer si fosse diretto anche verso l’altro figlio, di cinque anni, ora affidato agli zii. Avrebbe potuto ucciderlo, se gli agenti non fossero arrivati per tempo. Negli attimi precedenti all’arresto, l’uomo avrebbe in compenso trovato il tempo di riprendere la sua mattanza con lo smartphone. Secondo le ultime informazioni, avrebbe infatti girato un video, in cui, rivolgendosi ad un suo connazionale in albanese, mostrerebbe i corpi delle vittime, dicendo: “L’ho perdonata una volta con il primo (amante, ndr), questo è il secondo. L’ho accoltellato io stesso, vedi? L’ho ammazzato. Ho ammazzato tutti”. Il filmato, della durata di appena 62 secondi, era poi stato fatto girare sul web.
Si fa appello al senso di responsabilità della cittadinanza, invitandola, in ragione della tragedia familiare, a non divulgare ulteriormente video e/o immagini macabre e inappropriate, soprattutto nel rispetto dei familiari già afflitti da questa triste vicenda,
è l’appello lanciato nelle scorse ore dai carabinieri del comando provinciale locale. Le persone che fino ad ora ne hanno permesso la circolazione sarebbero già in corso di individuazione da parte delle autorità competenti.
La confessione di Taulant Malaj
Nel corso del primo interrogatorio tenutosi in giornata, Malaj avrebbe già confessato il delitto, spiegando che, da qualche tempo, le liti con la moglie si erano fatte continue, proprio a causa della sua relazione extraconiugale. Lui avrebbe voluto separarsi, dice. Una scelta che la donna, stando alle sue parole, avrebbe rifiutato, chiedendogli di tornare a casa. La stessa casa dove sabato, nel corso della notte, l’avrebbe poi uccisa, dopo essersi accorto che stava chattando con il suo presunto amante, una delle due vittime, residente nello stesso stabile. Ciò che il suo avvocato, Giacomo Lattanzio, non si spiega, è perché abbia aggredito anche la figlia, a cui era molto legato, così come al figlio minore.
Dov’è Jessica? Sta bene?
avrebbe chiesto agli investigatori. Purtroppo per la ragazza, com’è noto, non c’è stato nulla da fare.
I messaggi di cordoglio per le vittime
Torremaggiore piange per due giovani vite strappate via in una terribile tragedia che non può lasciarci indifferenti. Faccio appello al senso di responsabilità di ognuno e chiedo il massimo rispetto per le famiglie coinvolte,
ha dichiarato il primo cittadino, Emilio di Pumpo, invitando a sua volta i cittadini a “bloccare il tam tam di messaggi” contenenti il filmato. In molti, intanto, stanno esprimendo il loro cordoglio per le vittime. “Jess vive dentro di noi. X sempre 3A”, recitava lo striscione apparso questa mattina sui muri del liceo frequentato dalla 16enne morta. Tra coloro che si sono rivolti con affetto a Tefta Malaj, anche Paola Piras, salvata dalla furia del compagno – poi condannato all’ergastolo – dal figlio Mirko, morto per salvarla nel maggio del 2021.
Mirko non ce l’ha fatta. Mirko come tua figlia Jessica. Due ragazzi perduti per difenderci da uomini tanto forti di violenza quanto privi di coraggio per sopportare un addio,
recita la lettera indirizzata alla donna, pubblicata dal Corriere.
Non metterti sulle spalle responsabilità che non hai […] – conclude -. La colpa è di chi ha ucciso, di chi non conosce altra ragione che la violenza.