Pensione anticipata di 5 anni: tra le misure che sono state adottate con il decreto legge n. 48 del 4 maggio 2023 (c.d. Decreto Lavoro) rientrano anche le modifiche che sono state apportate per quanto riguarda il c.d. contratto di espansione.
Il suddetto decreto legge del governo, in particolare, che è stato pubblicato all'interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale n. 103 del 4 maggio 2023 e che ha iniziato a produrre i propri effetti a partire dal 5 maggio 2023, ha introdotto dei provvedimenti urgenti per quanto riguarda l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro.
Senza perderci troppo in chiacchiere, dunque, andiamo a vedere qui di seguito tutte le novità e le modifiche che sono state apportate al contratto di espansione e che hanno generato una pensione anticipata di 5 anni.
L'art. 41 del decreto legislativo n. 148 del 14 settembre 2015, recante "Contratto di espansione", ha introdotto, per l'appunto, in via sperimentale per il 2019, il 2020 e il 2021, nonché in via definitiva per il 2022 e per il 2023, la possibilità per alcune tipologie di imprese di avviare una procedura di consultazione in modo da poter stipulare così un contratto di espansione con:
Tale possibilità è stata concessa per quelle imprese che si trovano in una situazione di reindustrializzazione e/o di riorganizzazione e che sono dotate di un organico superiore alle 1.000 unità lavorative, dalle quali si genera:
Il comma 1 ter del suddetto articolo legislativo, in particolare, definisce poi il numero minimo di unità lavorative che può essere in organico per le suddette aziende:
Dopodiché, a tal proposito, con la pubblicazione del Decreto Lavoro 2023 il governo ha apportato delle modifiche all'art. 41 del decreto legislativo n. 148 del 14 settembre 2015 aggiungendo il comma 1 quater, il quale recita quanto segue:
Il comma 5 bis del decreto legislativo n. 148 del 14 settembre 2015 prevede i seguenti limiti per quanto riguarda l'ammontare massimo della spesa che può essere riconosciuta ai soggetti beneficiari.
In particolare, per gli accordi che sono stati stipulati a partire dal 1° gennaio 2022, il limite di spesa è pari a:
I benefici spettano elle imprese con organico superiore alle 1.000 unità, in possesso dei requisiti elencati nel precedente paragrafo, che si impegnano ad assumere almeno una persona ogni tre lavoratori.
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