Una sparatoria in un centro commerciale ha scosso il Texas, provocando 9 morti, tra cui il killer, 3 feriti in condizioni critiche e altri 4 in condizioni stabili. La strage è avvenuta ad Allena, un sobborgo a circa quaranta chilometri da Dallas. L’allarme è stato dato intorno alle 15:30, quando l’uomo che poi ha aperto il fuoco è arrivato sul posto, parcheggiando la macchina vicino all’ingresso dello store di H&M.

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Texas, sparatoria in centro commerciale

Il killer è sceso dalla sua auto vestito da combattimento totalmente nero, con indosso un giubbotto antiproiettili e imbracciando un fucile AR-15. Immediatamente ha aperto il fuoco sulle persone che stavano camminando a poca distanza da lui, uccidendo subito cinque persone, di cui un bambino, mentre una sesta persona è stata freddata a poca distanza. L’uomo, camminando lungo il marciapiede, sparava a chiunque gli fosse vicino, ferendo altre dieci persone, di cui due deceduti dopo in ospedale.

Vista la presenza di migliaia di persone, la strage poteva essere ancor più grande, se non fosse intervenuto un agente, chiamato nel centro commerciale per altri motivi. Il poliziotto ha subito affrontato il killer, colpendolo almeno una volta all’occhio sinistro, con il corpo che è rimasto disteso sul marciapiede.

Si riaccende il tema delle armi

Come già avvenuto in precedenza, anche questa strage ha riacceso il tema inerente alla diffusione delle armi. Il governatore, il Repubblicano Greg Abbott, ha parlato di “tragedia inspiegabile”, ma dal 2014 il numero delle vittime a causa delle armi è cresciuto in modo verticale, insieme con l’aumento delle armi in circolazioni. Nove anni fa, secondo i dati forniti dai Center for Disease Control, le vittime erano state 2.468. L’anno successivo sono state 3.203, e il trend è andato salendo in modo sistematico: 3.353 morti nel 2016, poi 3.513 nel 2017, 3.522 nel 2018, 3.683 nel 2019.