Finalmente, non ci saranno più ritardi per la Carta risparmio 2023. Il nuovo bonus 380€ a breve sarà una realtà tangibile per tante famiglie italiane. Non sarà necessario presentare una domanda per l’ammissione al beneficio. L’erogazione del valore previsto per la Carta Risparmio spesa sarà riconosciuto in modalità automatica.

Arrivano i buoni spesa per le famiglie, in situazioni di disagio economico che, in questo periodo non arrivano a fine mese, a causa dell’aumento dei prezzi e servizi di prima necessità. Vediamo insieme come funziona la Carta risparmio spesa – bonus 380 euro.

Carta risparmio 2023: arriva l’erogazione del bonus 380€, ecco quando

È stato ufficializzato il decreto attuativo della Carta risparmio spesa, il nuovo ammortizzatore contro la povertà assoluta, dovrà essere utilizzato per l’acquisto dei beni di prima necessità. Per errore o simpatia viene chiamata anche bonus 380 euro.

Le regole normative della misura nazionale per il sostegno alle famiglie in condizioni di disagio economico, sono contenute nell’articolo 1, commi 450-451 della legge di Bilancio 2023. L’erogazione del beneficio economico è condizionato dalla presenza di più requisiti, tra cui un reddito annuo ricavato dall’Indicatore della Situazione Economica Equivalente – ISEE, pari o uguale a 15.000 euro.

L’idoneità o assegnazione dei buoni spesa sarà gestita dal Comune di appartenenza. I beneficiari potranno ritirare la Postepay Carta Risparmio spesa presso l’ufficio di Poste Italiane.

Bonus 380 euro per fare la spesa, ecco come funziona

Il nuovo bonus 380 euro sarà indirizzato alle famiglie in stato di povertà, l’intero importo potrà esser speso solo per l’acquisto di beni alimentari.

Pesa sugli stipendi l‘ombra del’inflazione che ha avuto e sta avendo, effetti disastrosi sul potere di acquisto delle famiglie. La vera differenza delle precedenti misure volte a garantire i beni di prima necessità per i bisognosi, riguarda la gestione della misura che, sarà curata dalle Amministrazioni Comunali.

L’obbiettivo del governo Meloni è quello di arrivare prima e subito nelle tasche di chi ha bisogno di un aiuto alimentare.

Come detto, innanzi, la Carta risparmio spesa sarà operativa dal mese di luglio, senza domanda. Il Comune avrà il compito di individuare gli aventi diritto attraverso la valutazione dei requisiti disposti dalla normativa vigente.

L’erogazione dei buoni spesa è subordinato alla presenza di versi criteri, tra cui:

  • registrazione di tutta la famiglia presso l’Anagrafe della Popolazione Residente;
  • reddito complessivo di tutto il nucleo familiare certificato dall’indicatore ISEE, uguale o inferiore a 15mila euro.

Azione combinata tra INPS – Comuni per l’assegnazione della Carta risparmio spesa 2023

Un (altro) passo avanti, è stato fatto combinando l’azione tra l’INPS e Comuni per l‘assegnazione della PostePay Carta risparmio spesa.

Secondo quanto riportato nel decreto attuativo, non tutti i buoni saranno assegnati dai Comuni, ma c’è una proporzione di distribuzione spartita tra una quota di famiglie residenti e beneficiari individuati in base al valore del reddito pro capite di ogni Amministrazione Comunale, rapportato al reddito pro capite espresso su base nazionale.

L’Ente nazionale della previdenza sociale fornirà ai Comuni l’indicazione delle famiglie bisognose, ovvero quelle aventi diritto all’erogazione dei buoni spesa, senza domanda.

Decreto attuativo bonus spesa 2023

Ma c’è di più, nel decreto attuativo sono presenti risorse non sono sufficienti o limitate, per cui per la distribuzione della Carta risparmio spesa, sarà condizionata da una scala di priorità. Infatti, terrà conto di altri elementi, quali:

  • famiglie composte da almeno 3 membri, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2009;
  • famiglie composte da almeno 3 membri, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2005;
  • famiglie composte da non meno di 3 membri.

Ciò che va detto però, per gli altri elementi che vengono presi in considerazione per l’assegnazione del bonus 380 euro, riguarda il reddito basso. In ogni caso, l’ISEE fino a 15.000 euro, rappresenta il primo requisito da individuare a prescindere dalla presenza o meno degli altri elementi.

In presenza di risorse non consumate, l’Amministrazione Comunale può procedere alla distribuzione dei buoni spesa in favore delle famiglie con meno di 3 persone.

La presenza del divieto di cumulo con le altre prestazioni a sostegno del reddito familiare, non permette di individuare tra i beneficiari i percettori dell’Rdc, Naspi, Reddito di inclusione e così via.