Dalla Banca Centrale Europea proviene l’ennesima stoccata all’intera economia italiana. Il “Dossier mutui e credito al consumo – L’aumento dei tassi d’interesse decisi dalla Bce e gli effetti sui prestiti alle famiglie” di Fabi, infatti, mostra gli effetti della decisione di aumentare i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale, portando quello base al 3,75%.
L’ aumento del 50-60% per i mutui a tasso variabile, con la previsione del futuro raddoppiamento delle rate dei mutui a tasso fisso costituiscono, come afferma Siloni, “Un altro pesantissimo macigno sull’economia italiana” soprattutto in un momento tanto delicato come quello attraversato da un paese con 6,8 milioni di famiglie indebitate (tra le quali 3,5 per l’acquisto di una casa).
Cambiano i vecchi mutui e aumentano i tassi di interesse
Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, ovvero quelli erogati alla fine del 2021- inizio 2022, rimangono invariate e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso, mentre le tasse dei vecchi mutui a tasso variabile crescono in media del 65%.
Come se non bastasse, anche gli interessi medi sono in netta crescita. Di conseguenza i nuovi muti a tasso fisso passano da un interesse medio di circa 1,8% a oltre il 5% con le rate mensili che, pertanto, possono risultare più che raddoppiate. Si prevede, invece, che i nuovi mutui a tasso variabile, potranno arrivare a breve al 6%, di fatto decuplicando il 0,6% di fine 2021.
Le conseguenze
Le conseguenze di questi provvedimenti sono considerevoli. Per esempio, ora un’automobile da 25.000 euro a rate, potrebbe costare, nel caso di un finanziamento decennale a un tasso del 12,7%, oltre 8.200 euro in più rispetto al 2021. Per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni, invece, ora la rata mensile sarà di 1.090 euro, ovvero 325 in più rispetto allo scorso anno.