Si consuma un’altra tragedia nelle acque della Sicilia e dell’Italia intera: nella notte l’ennesimo barchino colmo di migranti è affondato in acque Sar maltesi, al largo delle coste di Lampedusa, a 42 miglia dall’isola.

Ad essere soccorse sono state trentasette persone, di cui sette donne, salvate dalla nave ong Nadir e da tre pescherecci.
I migranti sono stati trasportati su una motovedetta della Guardia costiera italiana fino alla costa.
Dai primi dati e secondo le testimonianze dei superstiti all’appello mancherebbe un uomo originario dalla Burkina Faso, fratello di uno dei migranti salvati dai pescatori. Si crede sia annegato in acque profonde dopo che l’imbarcazione su cui viaggiavano si è ribaltata. La tragedia si è verificata intorno alle ore 19 di venerdì, mentre intorno alle dieci di sera i 37 migranti sono partiti con la Guardia costiera e sono giunti all’una a molo di Favarolo. 

Lampedusa, sbarchi ripresi dopo il maltempo

Negli scorsi giorni gli sbarchi si erano attenuati a causa di maltempo e al mare agitato. Ma già nella giornata di ieri i militari e i volontari dell’isola hanno accolto quasi 100 persone. Ben 43 migranti – provenienti da Burkina Faso e Guinea – sono sbarcati nell’isoletta dopo essere stati soccorsi dalla motovedetta CP306 della Guardia costiera.
A bordo erano presenti 14 donne e 4 minori che viaggiavano alla deriva su un barchino di 7 metri. I migranti sbarcati in Sicilia hanno raccontato di aver viaggiato prima su un peschereccio salpato da Sfax (Tunisia, ndr) alle 3 di ieri per poi scendere sul barchino di ferro incriminato e senza motore, infine sarebbero lasciati alla deriva nel mezzo del Mar Mediterraneo.

Nella stessa giornata anche un’altra imbarcazione di 7 metri si è ribaltata al largo delle coste di Lampedusa. A bordo erano presenti 46 migranti con 12 donne e 5 minorenni. A perdere la vita è stata una signora della Guinea, morta affogata. La salma è stata recuperata e portata a terra dall’equipaggio della motovedetta targata GdF.