Proseguono le barbarie commesse in Iran, con un dissidente di nazionalità svedese-iraniano che è stato ucciso. L’uomo era stato accusato di terrorismo, venendo giustiziato, questa mattina, ossia sabato 6 maggio. Per il dissidente, inoltre, l’accusa era quella di “corruzione sulla Terra”, dal momento che si trattava del fondatore, nonché la guida, del gruppo Harakat-al-Nezal noto come “Movimento di lotta araba per la liberazione di Ahwaz”.
Iran, giustiziato dissidente
Il suo nome era Habib Chaab, ma era conosciuto come Habib Asyud, aveva 50 anni ed era stato rapito dagli agenti dell’intelligence di Teheran durante la sua visita in Turchia nell’ottobre 2020, venendo portato in modo clandestino in nello stato iraniano. Un mese dopo, si era mostrato in un video sulla tv di stato, dove ammetteva la responsabilità di attacchi terroristici e la collaborazione con i servizi di intelligence dell’Arabia Saudita. Nello specifico è stato accusato di aver progettato e poi condotto operazioni terroristiche nella provincia del Khuzestan.
La Corte Suprema iraniana ha confermato la condanna a morte lo scorso 21 marzo, con l’accusa, nello specifico, di aver progettato e gestito un attentato dinamitardo durante la parata militare annuale del 2018 ad Ahvaz, nella provincia del Khuzestan. In quella occasione morirono 20 persone, ma molte altre rimasero ferite.
Oltre a questa, però, su Habib Chaab pendevano anche altre accuse, come quella di “aver concepito ed eseguito numerose operazioni terroristiche sotto la protezione di Mossad e Sapo”, ossia l’intelligence israeliana e svedese, nella stessa provincia di Khuzestan. La zona, infatti, è ricca di petrolio ed ospita una minoranza araba che da tempo si lamenta di essere emarginata.