Rottamazione quater, per le prime due rate i pagamenti dovranno essere del 10 per cento ciascuna dell’importo complessivo del debito fiscale. È quanto prevede l’agend della definizione agevolata 2023 per i carichi fiscali che saranno comunicati entro il 30 giugno prossimo. Proprio lo slittamento della domanda fa cambiare il calendario dei versamenti fiscali di quest’anno, mentre lascia inalterate le date di scadenza dei prossimi anni.

Inoltre, altre regole riguardano i giorni di tolleranza e anche cosa succede se si decade dal debito, con nuove disposizioni rispetto alle precedenti rottamazioni. Casi di decadenza possono ravvisarsi se non si paga una rata, se il pagamento è parziale o in ritardo. Le nuove procedure della Rottamazione quater per il pagamento delle cartelle esattoriali sono contenute nel decreto omnibus che è stato approvato dal governo riunito nel Consiglio dei ministri nella giornata del 4 maggio 2023.

Rottamazione pagamenti quando farli e come: quel che c’è da sapere sulle rate dal 31 ottobre 2023

Ci sarà più tempo nel 2023 per presentare la domanda della Rottamazione quater di definizione agevolata. La scadenza è slittata dallo scorso 30 aprile al 30 giugno, ragione per la quale cambia anche il termine dei primi pagamenti di quanto dovuto. Rispetto alla vecchia scadenza del 31 luglio, la prima rata (o il pagamento in un’unica soluzione) dovrà avvenire entro il 31 ottobre 2023. Se si sceglie di pagare a rate, i versamenti saranno 18 distanziati di tre mesi ciascuno, tranne le prime due fissate a fine ottobre e al 30 novembre 2023.

Conferme arrivano per il calcolo delle prime due rate che dovranno essere, ciascuna, del 10 per cento del debito fiscale totale iscritto nella definizione agevolata 2023. Le restanti rate dovranno essere pagate entro il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ogni anno, partendo dal 2024 e arrivando al 2027. Le sedici rate successive alle prime due devono essere calcolate per un importo pari.

Rottamazione pagamenti, cosa succede se si versa in ritardo, in misura insufficiente o se il pagamento non viene effettuato?

Nei pagamenti delle rate della Rottamazione quater è previsto un periodo di tolleranza di cinque giorni rispetto alla data di scadenza. Il primo versamento in scadenza il prossimo 31 ottobre può essere pagato fino al 6 novembre considerando che il 5 novembre capita di domenica. Cosa succede se non si paga una rata o il totale in un’unica soluzione? O se il pagamento avvenga solo in forma parziale o non si verifichi proprio? In primis, la definizione agevolata non produce effetto e tornano a decorrere i termini di prescrizione e decadenza. Ciò significa che l’agente della riscossione continuerà l’azione di recupero del debito fiscale residuo che dunque non si estingue. Le somme pagate fino a quel momento sono da considerare definitivamente acquisite dal Fisco e da calcolare come acconto.

Decadenza della definizione agevolata 2023, si chiedere di rateizzare il debito residuo?

Nel caso di decadenza dalla Rottamazione quater, si può richiedere la rateizzazione di quanto rimane ancora da pagare. Si riscontra, su questa regola, un cambiamento rispetto alle rottamazioni degli anni scorsi. Pertanto, per i debiti fiscali che decorrano dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 – in caso di decadenza della definizione agevolata perché il pagamento sia avvenuto in ritardo, in misura parziale o non sia proprio avvenuto – il debitore può procedere con una nuova dilazione del pagamento ma seguendo le regole ordinarie. Infine, per chi dovesse scegliere il pagamento a rate della definizione agevolata, il tasso di interesse dovuto è pari al 2 per cento all’anno.