Trentatré anni. Trentatré anni di gioie, ma anche tanti dolori come il fallimento, la rifondazione e la partenza dalla Serie C. Ma il Napoli – e Napoli – torna a essere campione d’Italia. La squadra di Luciano Spalletti straccia il campionato e la città Partenopea esplode in fragorosi festeggiamenti, pieni di gioia e felicità. Lo scudetto del Napoli diventa la festa di tutti: bambini, giovani e meno giovani. Tag24 intervista un illustre tifoso del Napoli, due volte sindaco della Città. Luigi de Magistris, già pm e oggi leader di Unione Popolare, racconta le gioie per lo scudetto, i ricordi ma anche le difficoltà che ha passato Napoli negli ultimi anni. Ed è anche in libreria con un nuova opera.
Sono passati 33 anni dall’ultimo scudetto. Il Napoli torna a essere campione d’Italia. Che emozione è?
“È una gioia immensa, dopo 33 anni. Nel 90, prima ancora nel 87, 33 anni sono tanti. Felicità immensa, poi quest’anno il Napoli è stato stellare. Per come l’ha vinto, per come l’ha giocato. Siamo tutti molto felici”.
Quando è stato assunto Luciano Spalletti, lei credeva che il Napoli avrebbe trionfato ancora?
“Questa estate nessuno pensava che potessimo vincere. C’è un grande merito della squadra, dell’allenatore, della società per questa grande vittoria di gruppo. Sono stati fatti acquisti importante, intelligenti, coraggiosi. All’inizio i tifosi avevano fortemente criticato le cessioni. Bisogna dare merito a tutta la squadra, dalla società all’allenatore. Spalletti è stato un grande in termini tattici, psicologici e di motivazione”.
Scudetto Napoli, l’incontro de Magistris-Spalletti a Dimaro
Lo ha mai incontrato?
“Io e lui ci eravamo visti a Dimaro durante il ritiro del Napoli. Quest’anno ci sono stato la prima volta. Vedevo che c’era una bella energia con questi giocatori. Ma il clima tra i tifosi era di grande preoccupazione quindi questo ha reso ancora più bello questo scudetto, questa camminata stellare che ha praticamente distrutto, calcisticamente parlando, qualsiasi avversario”.
Ha visto la partita contro l’Udinese?
“Sì sì certo”.
E cosa ha pensato al primo gol della squadra friulana?
“Ma io sono molto tranquillo da tempo. Noi lo abbiamo vinto da una settimana questo scudetto, quindi era solo un godimento che si protraeva più del previsto e quindi anche piacevole. Non ho mai avuto preoccupazioni. Certo eravamo tutti pronti domenica scorsa. Dopo la vittoria dell’Inter sembrava matematicamente fatta. Ma noi lo abbiamo stracciato da due mesi questo campionato”.
Ma lei sicuramente sarà andato allo stadio, quando è stata la prima volta?
“La prima volta proprio avevo 7-8 anni, andai a vedere un Napoli-Lazio allo stadio San Paolo. Poi ho avuto l’abbonamento in Curva B, quando il Napoli comprò Maradona nell’84 fino al 90. Avevo 17 anni. E poi quando sono diventato sindaco ci sono sempre andato e non ho più smesso, tranne negli ultimi tempi che ci vado meno frequentemente”.
Ci sono stati anche fatti spiacevoli durante i festeggiamenti. Feriti, morti…
“È sempre la solita narrazione. Quello è morto perché un killer di camorra ha approfittato del bordello per fare un omicidio che avrebbe fatto qualche giorno dopo. È un fatto gravissimo l’omicidio di camorra, che deve essere tratto, ma non c’entra niente con lo scudetto”.
Nessuna scaramanzia
Nessuna scaramanzia per lo scudetto?
“È come se il Napoli questa volta ha superato anche la scaramanzia. Noi siamo molto scaramantici, ma anche se perdevamo con l’Udinese, si vinceva la partita successiva. Però eravamo pronti a esplodere con gioia e felicità. Questo è la bellezza del fattore calcio a Napoli e tra i napoletani. L’unico elemento, Maradona più di tanti, che è in grado di unire tutti i napoletani. Però una precisazione, se posso, la voglio fare”.
Come no…
“Leggo di una narrazione che a me non piace, perché non corrisponde alla realtà. Molti fanno analisi, ma poi Napoli non la conoscono. Questo non è il riscatto di Napoli attraverso il pallone. Questo fu quello che accadde nell’87 con Maradona, dove Napoli veniva dal terremoto, era piegata, c’era un omicidio di Camorra al giorno, la politica non era certo eccellente in quel periodo. Maradona, quando mai nessuno se lo poteva immaginare, prende per mano la città, la porta nell’Olimpo e la riscatta.
Scudetto del Napoli, de Magistris: “La vittoria testimonia quanto sia importante non mollare”
E oggi?
“Oggi voglio dire con orgoglio, visto che sono stato anche sindaco di Napoli, che la Città è da 10 anni che è la prima per crescita turistico-culturale; è da 10 anni che è il primo set cinematografico all’aperto. È una Città che negli ultimi anni non ha avuto scandali nella politica, ha visto la partecipazione di giovani al riscatto. È come la squadra che ha vinto contro il sistema nel calcio, così Napoli ha raggiunto gli obiettivi nonostante siamo stati massacrati negli anni. Anche da quelli che oggi salgono a festeggiare, perché è giusto che festeggino tutti. Però questo lo voglio dire: questa vittoria testimonia quanto sia importante non mollare, quanto è la potenza di Napoli”.
E qual è la narrazione?
“Non è il riscatto di Napoli grazie al pallone o dei napoletani che pensano solo al calcio, poi per il resto non sono buoni a niente. Questo ci tengo molto a dirlo. Napoli va amata non solo oggi. L’amore vero si vede quando i rifiuti stavano al primo piano e io parlavo di non mollare, del riscatto di Napoli, di poter arrivare primi per cultura, di poter vincere. Tutti quanti mi guardavano basiti come a dire ‘è pazzo?’. Ci tengo a dirlo perché questa è storia e non è stata molto raccontata dai media. La gente se ne dimentica. E poi siccome io sono stato una esperienza autonoma, non appartenendo a nessun partito, la mia era una coalizione popolare, civica. Molto in linea, se vogliamo, con questa vittoria del Napoli. Ci tengo perché è stato veramente un riscatto del popolo napoletano, della nostra amministrazione. Che i media nazionali molto spesso non hanno raccontato perché non appartenendo a nessun grande partito, evidentemente non c’era la volontà di raccontare una esperienza di riscatto dal basso, di autodeterminazione. Perciò io oggi sono ancor più felice, perché vedo quello che pensavo potesse accadere”.
Scudetto Napoli, de Magistris: “È un vittoria dell’onestà”
Quindi qual è la forza di Napoli?
“La forza di Napoli è la narrazione di un altro Sud. Cioè Napoli in questi anni non è stato il sud aiutato dall’alto. Anzi è un Sud che si è riscattato nonostante i Governi nazionali e i grandi partiti, proprio grazia alle associazioni, ai movimenti, ai comitati e ai giovani. E anche grazie a un’amministrazione, e lo rivendico, che stava fuori dal sistema. Ha avuto le difficoltà a stare fuori il sistema, però ha avuto la libertà, la forza, l’autonomia e il coraggio di portare Napoli con concretezza, e anche visione, in alto. Il lungomare che voi oggi vedete pieno di persone, quel lungo mare che io ho chiamato ‘liberato’, cioè pedonalizzato, all’inizio fu ostacolato. Invece poi dopo è diventato il brand che nessuno può toccare, è diventato il simbolo della rinascita turistico-culturale, ma anche popolare, di Napoli. Oggi è una vittoria dell’onestà. Perché questo è anche lo scudetto dell’onestà, come il riscatto di questi anni di Napoli è il riscatto dell’onestà. Ciò non significa che nella città non ci sia illegalità o camorra. È il riscatto di una comunità che ha mandato messaggi di onestà e giustizia sociale, lotta alla corruzione”.
Certo, lei essendo stato un sindaco autonomo, avrà avuto molti ostacoli
“All’opposizione ho avuto Pd, 5 Stelle, Italia Viva, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Tutti i grandi partiti. La mia è stata una esperienza che andava controcorrente, di una giunta che non si lamentava, ma era operosa. Una narrazione del genere, i media nazionali avrebbero dovuto avere interesse a raccontarla. Perché è una pagina del sud che porta bene all’Italia”.
‘Fuori dal sistema’: il nuovo libro di Luigi De Magistris
Lei è in libreria con un nuovo libro: Fuori dal sistema. Cosa racconta?
“È un’autobiografia istituzionale in cui racconto le difficoltà di uomo delle istituzioni, prima magistrato poi come sindaco più longevo della storia di Napoli, che ha prestato ossequio al giuramento costituzionale, ha perseguito interesse pubblico e bene comune e si è reso conto che dentro le istituzioni, a livelli apicali, c’è una rete di persone, diventata sistema, che persegue interessi privati affaristici, anche criminali e mafiosi. Diventa più difficile perché il sistema è mimetizzato, utilizza gli strumenti della legalità formale, della carta da bollo. Utilizza gli stessi arnesi istituzionali e giuridici delle istituzioni contaminate. E questo io l’ho visto facendo il magistrato e il sindaco”.