Commentando l’ultimo rialzo dei tassi targato Bce, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco stempera i toni. Secondo il titolare di Palazzo Koch, “in termini reali i tassi sono fra lo 0,5 e l’1%” e per questo “non fasciamoci la testa”.
Intervenuto a Roma per presentare il suo nuovo libro, intitolato “Inflazione e politica monetaria”, Visco è tornato così sul settimo aumento del costo del denaro stabilito dalla Banca centrale europea. Un obiettivo condiviso, sul quale però c’è differenza di opinioni su “modi e tempi”. In relazione alla linea da seguire sui tassi da parte dell’Eurotower, Visco sostiene che “occorre rialzare i tassi ma adelante con juicio”.
Dal governatore di Bankitalia un cenno anche al tema salari. È vero che nel nostro Paese “devono aumentare perché sono bassi”, ma “lo sono perché sono 20 anni che l’economia non cresce“. Per questo diventa necessario “cambiare con le riforme strutturali”. Visco sottolinea anche come “chi è sotto il livello di povertà va aiutato, ma occorre evitare la spirale salari-prezzi che farebbe perdurare l’inflazione con effetti negativi”.
Rialzo tassi Bce, Visco: “Misure su redditi e bilancio per contrastare l’inflazione con successo”
All’indomani dell’annuncio della presidente della Bce Christine Lagarde, insomma, Visco sottolinea come “la determinazione a contrastare l’inflazione e raggiungere obiettivo di lungo termine c’è”.
La situazione europea è poi complicata da “un momento molto incerto”, tra guerra in Ucraina, instabilità geopolitiche e tensioni sui prezzi. Quanto proprio al nodo prezzi, il governatore di Bankitalia ha le idee chiare.
Solo l’azione coerente e coesa delle politiche monetarie, del bilancio e, per usare un termine ormai desueto, dei redditi può contrastare con successo l’inflazione e riportare rapidamente il nostro Paese, e l’area dell’euro, su un sentiero di sviluppo sostenuto ed equilibrato.
Una chiosa sullo “shock energetico” in corso, che costituisce “un onere ineludibile per il Paese”: Visco ipotizza una soluzione analoga a quella degli anni Settanta con la “tassa dello sceicco”.
L’obiettivo deve essere quello di assorbirlo il più in fretta possibile, anche redistribuendone gli effetti con interventi a favore delle famiglie e delle imprese maggiormente colpite, riducendo al minimo gli oneri permanenti sui conti dello Stato.