Un vero e proprio terremoto ha colpito la sanità di Locri, a seguito di un blitz della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di 11 persone, cui si aggiungono altri 90 soggetti indagati, tutti con l’accusa di corruzione.

Corruzione nella sanità di Locri, coinvolti medici, avvocati e un primario

Un colpo durissimo al sistema sanitario di Locri, area della città metropolitana di Reggio Calabria, quello inferto dalla Guardia di Finanza nella giornata di oggi, 5 maggio. Con un blitz eseguito dagli uomini del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, 11 persone sono state poste agli arresti e altre 90 risultano indagate con l’accusa di corruzione.

Le 11 persone coinvolte dal provvedimento sono un medico e un primario dell’ospedale di Locri, per i quali sono stati predisposti, rispettivamente, la custodia cautelare in carcere e gli arresti domiciliari. A loro si aggiungono cinque medici e un avvocato, interdetti dall’esercizio della professione per 12 mesi, e altri tre indagati – tra cui altri due avvocati – per i quali è stato disposto l’obbligo di firma.

Gli altri 90 indagati sono anch’essi medici, avvocati o appartenenti a personale sanitario a vario titolo e le accusa nei loro confronti vanno dalla corruzione alla falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici. Stando agli accertamenti, i reati sono stati commessi tra il 2021 e il 2022, non soltanto a Locri ma anche in altri comuni nella zona del reggino.

Le accuse: falsi certificati medici per saltare udienze in tribunale e ottenere rimborsi assicurativi

Non sembra esserci, dunque, pace per il territorio di Reggio Calabria, recentemente protagonista, suo malgrado, dell’operazione ‘Eureka’, che ha portato all’arresto di 108 persone, collegate alla ‘Ndrangheta.

Le indagini dei finanzieri sono ancora in corso, con perquisizioni che riguardano i singoli soggetti coinvolti e lo stesso ospedale di Locri.
La GdF avrebbe scoperto un vero e proprio giro di affari riguardante il rilascio di false certificazioni mediche, dietro il pagamento di ingenti somme di denaro. I certificati presentavano diagnosi o prescrizioni mediche false, e venivano richiesti per i motivi più disparati: dalla giustificazione per la mancata partecipazione a udienze di tribunale, all’ottenimento di rimborsi da parte di compagnie di assicurazione o benefici assistenziali non dovuti.