Abbazia Westminster aggiunge un altro dettaglio alla sua storia con l’incoronazione di Re Carlo III prevista per le 11 del 6 maggio 2023. Il popolo e la Royal family sono pronti per l’evento tanto atteso ed ogni parte della città si prepara a vivere un’esperienza unica e commovente.
Il pubblico avrà la possibilità di assistere al tragitto del corteo e saranno installati dei maxi schermi in varie zone e quartieri. Tutti, quindi potranno vivere il giuramento, i doni e gli omaggi fino all’arrivo all’Abbazia di cui di seguito scopriremo la storia, la descrizione e architettura.
Abbazia Westminster storia
L’Abbazia Westminster è diventata il luogo in cui avvengono le incoronazioni dei sovrani a partire dal 1066, quando vi è stato incoronato Guglielmo il Conquistatore. Nel corso dei secoli, però, è stata la cornice di tanti matrimoni, funerali reali, festeggiamenti nazionali e commemorazioni.
La sua origine risale al 1045, quando iniziò la sua costruzione, finita poi nel 1050. Edoardo il Confessore avviò i lavori poiché aveva fatto un voto mentre era in esilio in Normandia: qualora la sua famiglia avesse riconquistato il trono d’Inghilterra, egli avrebbe compiuto un pellegrinaggio nella città di Roma. Successivamente, Edoardo diventò re ma a quel punto per lui fu impossibile lasciare il Paese per fare quanto promesso. Così, inviò un messaggero dal papa per chiedere di annullare il voto che, invece, venne sostituito con l’impegno di costruire un monastero dedicato a San Pietro.
Nel corso dei secoli l’Abbazia subì diversi cambiamenti di stile, modifiche e aggiunte. Durante il Rinascimento non mancarono collaborazioni con artisti provenienti da ogni parte del mondo e in particolare dall’Italia.
La descrizione dell’edificio
L’Abbazia Westminster è divisa in due parti: una interna e l’altra esterna. L’esterno è composto dalla facciata principale della collegiata di San Pietro in Westminster, risalente al XV secolo. Al centro è presente il portale strombato, dove si affacciano le statue della Verità, della Giustizia, della Misericordia e della Pace. Nella parte sopra ad esse vi è una galleria con altre statue che rappresentano dieci martiri cristiani del XX secolo. Sempre al centro della facciata vi è una grande polifora ogivale, chiusa da una vetrata policroma.
La facciata a sinistra si ispira ai modelli francesi. Nella parte più in basso ci sono tre grandi portali strombati ed ognuno ha una ghimberga; sopra di essi ci sono delle trifore e nella parte superiore una loggia che si apre con bifore. In corrispondenza della navata centrale del transetto, è presente il grande rosone circolare; la facciata del transetto finisce, in alto, con un timpano triangolare dalle decorazioni di tipo gotico. Infine, a lati sono riempiti con gli archi rampanti di sostegno, che fanno da sostegno alle tre navate.
L’interno è suddiviso in tre navate e vi si sono diverse parti che racchiudono un pezzo di storia. Al centro l’altare, da un lato l’Angolo dei poeti in cui sono visibili le tombe di letterati, scrittori e artisti inglesi di un certo spessore ed infine la sedia di Edoardo.
L’architettura dell’Abbazia
L’Abbazia Westminster è stata soggetta a diverse modifiche nel corso dei secoli. La struttura attuale risale al regno di Enrico III. Fu lui a prendere la decisione, nel 1245, di abbattere la parte orientale costruita nell’undicesimo secolo, all’epoca fondata dal re Edoardo il Confessore. Sia all’interno che all’esterno ci sono diversi stili: dal gotico al rinascimentale. L’architettura dell’edifico è influenzata dalle nuove cattedrali di Reims, Amiens e Chartres, I suoi aspetti e dettagli inglesi, invece, sono evidenti nelle decorazioni degli archi principali, nell’uso del marmo Purbeck lucido per le colonne e nell’intera decorazione scultorea.
Sede d’incoronazione del Re Carlo III
Come la tradizione vuole, l’Abbazia sarà la sede ufficiale dell‘incoronazione del Re Carlo III prevista per il 6 maggio. Il percorso del sovrano e l’intera Royal family sarà piuttosto lungo fino a giungere proprio lì dove è stato celebrato il funerale della grande regina Elisabetta.