Superbonus, parte la ripartizione dei crediti d’imposta in dieci anni con la possibilità di accedere alla piattaforma dell’Agenzia delle entrate già dal 2 maggio scorso. La stessa Agenzia ha formulato chiarimenti in merito all’utilizzo dello spalmacrediti che riguarda le spese sostenute per interventi in superbonus nell’anno 2022. L’attuazione della ripartizione in dieci rate del bonus fa riaprire i termini per le quote non utilizzate del 110%. Inoltre, dopo la comunicazione all’Agenzia delle entrate, l’utilizzo delle dieci rate può partire già dal 2023. Ecco quali sono le ultime indicazioni dell’Agenzia delle entrate che ha aggiornato il manuale della nuova piattaforma.
Superbonus, crediti ripartizione in dieci anni dal 2023: ecco come fare
È attiva dallo scorso 2 maggio la nuova piattaforma dell’Agenzia delle entrate per la comunicazione dello spalmacrediti, lo strumento che consente di suddividere in dieci rate annuali gli importi non utilizzati del bonus 110%. Ciò che dunque non è stato utilizzato in merito alle spese dell’anno 2022, può essere suddiviso in dieci annualità, partendo da quella attuale per arrivare al 2032. Lo strumento, previsto dal decreto “Aiuti quater” ed esteso dalla legge di conversione del decreto 11 del 2023 del divieto di cessione dei crediti d’imposta, si utilizza per i crediti comunicati all’Agenzia delle entrate entro il 31 ottobre 2022 e relativi al solo superbonus. Sono esclusi, per questa tornata di comunicazioni, gli altri bonus edilizi. Fiori dai giochi anche il bonus sull’abbattimento delle barriere architettoniche (del 75 per cento) e quello sul sisma bonus i cui crediti potranno essere spalmati solo a partire dalle spese del 2023.
Le quote residue da comunicare all’Agenzia delle entrate e da ripartire per dieci annualità riguardano, in sostanza, gli importi che i creditori del superbonus non siano riusciti a compensare entro il 31 dicembre 2022, avendone fatto oggetto – in ogni caso – di comunicazione al Fisco entro la fine di ottobre scorso.
Superbonus spalmacrediti, quali sono i bonus interessati?
Lo strumento dello spalmacrediti in dieci annualità del superbonus va a favore soprattutto delle banche e delle imprese per i crediti inutilizzati. Soprattutto per le aziende, la modalità rappresenta un’alternativa per gli sconti in fattura concessi ai committenti su lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico effettuati. Differente è invece lo strumento previsto per i contribuenti di poter detrarre per dieci rate il superbonus e gli altri bonus edilizi relativi alle spese del 2022. In quest’ultimo caso si tratta di un “tempo supplementare” per i crediti comunicati entro il 31 marzo 2023 di bonus e sconti in fattura per i quali non si sia riusciti a fare la cessione a una banca o a un compratore. La relativa suddivisione dei bonus in dieci annualità parte dal 2024 per terminare nel 2033 e può essere utilizzata in detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi.
Come accedere alla piattaforma di comunicazione del bonus 110%?
Tra le indicazioni dell’Agenzia delle entrate sullo spalmacrediti del superbonus, vi è quella per l’accesso alla piattaforma messa a disposizione per la relativa comunicazione. Imprese e banche interessate possono entrare dal proprio cassetto fiscale dalla piattaforma per poi utilizzare la nuova funzionalità “Ulteriore rateazione”. I crediti da superbonus da comunicare sono quelli per spese del 2022: si parte da subito, quindi, dal momento che la norma del decreto “Aiuti quater” stabilisce che la ripartizione debba essere effettuata a partire dall’anno susseguente a quello di riferimento della rata originaria. Rispetto al decreto “Aiuti quater”, lo strumento dello spalmacrediti arriva in ritardo per effetto di una disciplina legislativa frammentaria e completata solo dal successivo decreto 11 del 2023. I creditori rimasti in sospeso dallo scorso anno per l’utilizzo in compensazione delle quote residue, potranno farlo adesso, riaprendo di fatto i termini di bonus ormai scaduti.