La Cgil boccia il decreto migranti approvato oggi, 4 maggio, alla Camera e che è diventato legge. Il sindacato di Corso Italia afferma che il problema delle immigrazione viene ancora una volta trattato come emergenza nazionale. Ma soprattutto, perché ripristina norme contenute nel decreto Sicurezza voluto nel 2018 dall’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
“Con l’approvazione di oggi alla Camera del decreto Cutro si è voluto, ancora una volta, trattare l’immigrazione come una mera questione di emergenza nazionale e di propaganda politica. Un decreto che rappresenta uno schiaffo in faccia al senso di umanità e a tutti i parenti dei 94 morti a Steccato di Cutro e a tutte le vittime dei numerosi naufragi di queste settimane nel Mar Mediterraneo. Una brutta pagina per l’Italia”.
Ha detto sul decreto migranti la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, che si occupa anche di politiche dell’immigrazione.
“Il dispositivo ripristina di fatto gran parte dei decreti sicurezza del 2018, che cancellarono la protezione umanitaria, con l’azzeramento della protezione speciale, che peggiorarono le condizioni di soggiorno di chi arriva, riducendo l’accesso all’accoglienza dei Sai gestiti dai Comuni e finanziando la costruzione di nuovi Centri per i rimpatri”.
Ha spiegato allora Scacchetti, sottolineando come queste strutture, i Sai, siano “spesso denunciate per il trattamento inumano dei migranti”, e dove chi arriva in Italia ed è privo di status “può essere rinchiuso per mesi, senza i diritti garantiti in un carcere comune”.