Accadde oggi, 5 maggio 1860: al via la spedizione dei Mille. Fu la spedizione garibaldina che, abbattendo il Regno delle Due Sicilie, diede la spinta decisiva all’Unità d’Italia. Il primo ideatore dell’impresa, Francesco Crispi, propose la spedizione a Giuseppe Garibaldi, il quale accettò di capitanarla a condizione che il terreno fosse preparato da una rivolta in Sicilia. Il 4 aprile 1860 insorse a Palermo Francesco Riso e la rivolta, domata in città, continuò a divampare nelle campagne.
Accadde oggi, 5 maggio 1860: al via la spedizione dei Mille
I Mille, che erano esattamente 1084, partirono 163 anni fa da Quarto, presso Genova, su due piroscafi: il “Piemonte” e il “Lombardo”, appartenenti alla compagnia Rubattino. I garibaldini prelevarono munizioni da Talamone in Toscana, poi, sbarcati a Marsala, raggiunsero Salemi dove Garibaldi assunse la dittatura in nome di Vittorio Emanuele II, decretando al tempo stesso la coscrizione obbligatoria. Sconfitte le truppe borboniche a Calatafimi, i Mille occuparono Palermo (nella foto: il francobollo celebrativo di Poste Italiane, emesso nel 2007 per il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi).
L’azione politica e diplomatica di Cavour
Nel frattempo, Camillo Benso Conte di Cavour, dopo i primi successi di Giuseppe Garibaldi, da una parte tenne a bada la diplomazia europea, dall’altra accelerò l’invio di soccorsi in Sicilia, premendo però per una sollecita proclamazione dell’annessione al regno di Vittorio Emanuele. Caduta Palermo, re Francesco II promise: una Costituzione per Napoli e l’autonomia alla Sicilia. Inoltre, inviò una missione a Torino per arrivare a un’alleanza con il Piemonte.
Gli ultimi passaggi che portarono all’Unità d’Italia
Ma Garibaldi vinse ancora a Milazzo e cacciò i borbonici da quasi tutta l’isola. Quindi, varcato lo Stretto, mentre l’esercito borbonico si dissolveva e la Basilicata e la Calabria insorgevano, l’Eroe dei due Mondi avanzò verso Napoli dove entrò il 7 settembre. A quel punto Cavour, che vedeva scosso il prestigio della monarchia dal compimento dell’unità per opera delle sole forze garibaldine, decise l’intervento regio. Pertanto, l’esercito piemontese invase le Marche e l’Umbria, entrando nel Regno di Napoli dagli Abruzzi. La battaglia decisiva andò in scena sul fiume Volturno. Il 26 ottobre 1860, Garibaldi incontrò il re a Vairano in Campania, entrò con Vittorio Emanuele II a Napoli e depose nelle sue mani la dittatura.
La storia su Radio Cusano Campus e Cusano Italia TV. “La Storia Oscura”, dal lunedì al venerdì on air sulla radio dell’Università Niccolò Cusano dalle 13 alle 15. “A Spasso nel Tempo”, in onda sul canale 264 del digitale terrestre alle 20.30 del martedi.