Macabra scoperta negli Usa, dove un’addetta di un servizio di pompe funebri privato, il Central Mortuary Services, con il compito di occuparsi della cremazione di alcuni cadaveri precedentemente donati alla scuola di medicina universitaria locale per arrotondare il suo stipendio vendeva alcune parti di essi via posta.
Ad essere accusata è la 36enne Candace Chapman Scott, arrestata nei giorni scorsi a Little Rock, piccola cittadina dell’Arkansas.
La donna è comparsa Venerdì scorso davanti alla corte del tribunale federale, dichiarandosi non colpevole. Ad incastrarla però, vi è una lunga indagine federale che ha raccolto a suo carico decine di prove tra messaggi, spedizioni e pagamenti vari.
Su di lei pendono 12 capi d’accusa, tra cui cospirazione per frode postale, frode postale, frode telematica, trasporto interstatale di beni rubati.
I pubblici ministeri sostengono che Scott dovrebbe rimanere incarcerata fino al processo, come ha riferito l’Arkansas Democrat Gazette. L’assistente procuratore degli Stati Uniti, Amanda Jegley ha affermato al giudice degli Stati Uniti J. Thomas Ray che per la donna ci possa essere inoltre, anche il rischio di fuga a causa della lunga pena detentiva che le spetta.
Usa vendeva parti di cadaveri via posta: le indagini
Secondo l’accusa, tra l’Ottobre 2021 e il Luglio 2022, Scott avrebbe venduto parti di corpo dei cadaveri a lei affidati in numerose transazioni con un uomo della Pennsylvania, già identificato, arrestato e poi condannato lo scorso anno.
Tutto è iniziato dopo che la polizia aveva ricevuto diverse segnalazioni e una perquisizione nell’abitazione dell’uomo aveva individuato tre secchi contenenti vari resti umani. Da quella prima indagine gli agenti poi sono riusciti ad arrivare all’origine di quelle parti di cadavere fino all’accusa nei confronti della 36enne.
Tutti i macabri resti infatti appartenevano a cadaveri donati all’Università dell’Arkansas per le scienze mediche e per le lezioni agli studenti. L’ente aveva stipulato un contratto con una società di pompe funebri che doveva poi cremare questi resti una volta svolto il loro compito all’Università.
Dalle indagini è emerso che le vendite si svolgessero tramite un gruppo Facebook. Nell’annuncio social si legge: “Solo per curiosità, conosci qualcuno sul mercato per un cervello completamente intatto e imbalsamato?”.
Secondo gli agenti, sarebbe stata la donna ad offrire all’uomo, nel lontano Ottobre del 2021, “un cervello completamente intatto e imbalsamato”. In uno degli ultimi messaggi scoperti dalla polizia nello smartphone della 36enne viene elencato l’ordine fatto per una cifra totale di 1600 dollari. Si parla di due cervelli, uno con calotta cranica, tre cuori, un seno tagliato, un grosso pezzo di pelle dell’ombelico, un braccio e un polmone.
Nel corso dei nove mesi successivi la donna poi avrebbe venduto all’uomo ogni genere di parti di cadaveri. A un certo punto avrebbe persino venduto i resti di un feto ma a un prezzo scontato perché, “non è in gran forma”, come si legge in uno dei messaggi a suo carico.
Durante il periodo sottoposto alle indagini e delineato nell’accusa, la donna avrebbe ricevuto un totale di quasi 11 mila dollari diviso in 16 transazioni diverse e in cambio avrebbe effettuato nove spedizioni nello stesso periodo tramite il servizio postale degli Stati Uniti.
Le parole del portavoce dell’Università
Il portavoce dell’università Leslie Taylor ha dichiarato che l’ente è grato alle autorità federali per la conclusione delle indagini che hanno portato alle accuse contro Scott e ha definito le persone che donano i loro corpi per la ricerca medica dei “veri eroi” affermando inoltre, che sono le maggiori vittime del crimine a causa del ruolo che le donazioni svolgono nell’educazione medica.
“Quando l’FBI ci ha informato, i proprietari del crematorio hanno immediatamente licenziato la dipendente e hanno collaborato pienamente alle indagini” hanno assicurato dall’Università.