Al Bano e Romina figlia scomparsa suicidio. Parole forti che pronuncia proprio il cantante che non nasconde il dolore provato nel corso della sua vita al pensiero che la figlia fosse scomparsa. Lui e Romina Power restano un simbolo, una coppia di cui si è sentito parlare tantissimo. Tra famosi successi nel mondo della musica, grandi ritorni e varie vicissitudini in campo amoroso, hanno fatto appassionare e discutere i fan fino e oltre la separazione.
Oggi l’artista Al Bano, durante un’intervista al Corriere della Sera si apre ulteriormente e racconta come si sente e cosa ha provato nel corso degli anni, rivelando di aver pensato al suicidio.
Scopriamo insieme che cosa ha detto.
Al Bano e Romina figlia scomparsa suicidio
Al Bano ha parlato dettagliatamente delle testimonianze, la disperazione, il dolore legati alla scomparsa (nel 1994) della figlia Ylenia Carrisi, avuta con Romina Power.
“Dopo la scomparsa di Ylenia e la separazione con Romina, sono stato da solo per nove anni. Il dolore era terribile. Pensavo che Dio mi avesse abbandonato. E con il dolore cresceva una voce che diceva: “Al Bano eliminati. Al Bano falla finita. Ho pensato al suicidio. Ma poi ho capito che era la voce del demonio. E ho sentito anche la presenza di Dio. Ho provato una pace profonda.”
Ylenia Carrisi morte presunta: cosa pensa Al Bano
Se da una parte Al Bano nel 2013 ha presentato un’ istanza per dichiarare la morte presunta della figlia presso il tribunale di Brindisi, con successiva sentenza del 2014, Romina non è mai riuscita ad accettare l’idea e si è sempre detta in disaccordo con questa decisione presa dall’ex marito. Lo dichiara lo stesso artista. Ha creduto al racconto di un guardiano notturno dell’Audubon Aquarium of the Americas che ha testimoniato, raccontando di aver visto una ragazza bionda gettarsi nel Mississipi la notte del 6 gennaio 1994:
“Ho ricostruito quella notte ora per ora. Ho parlato con i testimoni. Ho incontrato Masakela, che era stato pure in galera, ma negava di avere colpe. Ho interrogato l’ultima persona che l’ha vista, il guardiano del porto. Era seduta in riva al fiume, lui la avvisò: non puoi stare qui. Ma Ylenia non se ne andava. Il guardiano insistette, allora lei gli disse “io appartengo alle acque”, e si tuffò nel fiume, nuotando a farfalla. Lì capii che il guardiano stava raccontando la verità, perché Ylenia diceva quella frase da bambina prima di tuffarsi, e nuotava a farfalla. Ma il Mississippi non perdona. Romina non l’ha mai voluto accettare. Ma è andata così.”
Perché Al Bano si chiama così
Non ci sono soltanto note di dolore durante questo incontro a cuore aperto. Il cantante parla anche dei suoi momenti più pelli, dei successi e dei traguardi che lo hanno portato alle stelle.
L’inizio della fama lo deve alla canzone Nel sole. Ricorda così il periodo intorno all’uscita del 1967:
“Le ragazze cominciarono a inseguirmi, a Rimini ne trovai una in stanza, nascosta sotto il letto. Con i primi soldi feci salire a Milano i miei genitori. Papà era contrarissimo. A Milano don Carmelo Carrisi si trovò male. Si muoveva come al paese. Per strada diceva buongiorno a tutti, e nessuno gli rispondeva. Alla Rinascente trattava sul prezzo, come al mercato di Cellino, e lo mandavano via. Dopo due settimane tornò in Puglia.”
L’artista comincia a raccontare dettagli su se stesso a partire dalle origini del suo stesso nome. All’inizio nasceva come nome scritto tutto attaccato.
Glielo ha dato il padre Carmelo. Il cantante lo spiega così:
“Era sul fronte albanese. Una granata centrò in pieno due suoi compagni e li spappolò. Lui si finse malato. Gli albanesi gli aprivano le loro case, lo facevano dormire nella paglia, lo sfamavano con il granturco. Poi tornò a Cellino in licenza. Fece la fuitina. E fui concepito io”.
Una volta nato il piccola Al Bano, suo padre disse:
“Gli albanesi mi hanno salvato e se avremo un maschietto sarà Albano. Vedrai che sarà la nostra fortuna.”
A cambiare un po’ le carte in tavola e staccare il nome ci hanno pensato nel momento in cui è entrato nel clan di Celentano. Un’innovazione un po’ all’americana, che poi è rimasta fissa.