Si contano i danni in Emilia-Romagna dopo l’alluvione che ha causato due vittime e grande paura in tutta la regione. Sarebbero circa 500 le persone costrette ad abbandonare la propria abitazione a seguito delle tremende piogge abbattutesi soprattutto tra Ravenna e Bologna. Il maltempo è perdurato dalla mattina di martedì e per tutta la notte a seguire. A peggiorare la situazione vanno considerati i mesi precedenti di siccità, che hanno reso il suolo secco e incapace di assorbire velocemente un così importante quantitativo di acqua.
Il risultato è una violenta alluvione in tutta l’Emilia-Romagna. Due sono le vittime del nubifragio: un uomo di 78 anni, Enrico Rivola, è morto a seguito di una frana che ha travolto la sua abitazione a Fontanelice; si chiamava invece Remo Bianconcini l’ottantenne trovato morto a Castel Bolognese dopo essere uscito in bicicletta sfidando l’allerta meteo.
Alluvione in Emilia: forte rischio frane
Secondo il capo della protezione civile Fabrizio Curcio, il rischio di eventi franosi che possano coinvolgere le abitazioni è sempre più alto. Il terreno secco dopo mesi di siccità ha permesso a molti fiumi di esondare e ha reso il suolo soggetto a smottamenti anche importanti, come quello che ha ucciso Enrico Rivola. Si legge infatti in un avviso di Curcio:
In 36 ore caduti più di 140 millimetri d’acqua, ora il rischio sono le frane. Il meteo è in miglioramento ma i quantitativi di pioggia caduti sono ancora presenti sul territorio e vanno monitorati con attenzione, dovremmo attendere grandi e piccoli smottamenti.
Parole di forte sgomento arrivano anche dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini:
Mai caduta così tanta pioggia in 48 ore.
Nel frattempo, sono arrivate le chiamate del Presidente Mattarella e del Capo del Governo Giorgia Meloni. Entrambi hanno espresso vicinanza e solidarietà alle persone coinvolte nell’alluvione in Emilia-Romagna, promettendo ingenti aiuti.
Centinaia di sfollati a causa dell’alluvione in Emilia-Romagna
Le zone più colpite dall’intenso nubifragio sono Faenza, Bagnacavallo, Conselice, Castel Bolognese, messe in ginocchio dall’esondazione dei fiumi Lamone e Montone. In queste zone – ma non sono – ben 500 persone hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni a causa dell’alluvione. La Protezione Civile aveva tempestivamente diramato un’allerta meteo per mettere in guardia i cittadini sul rischio, ma ciò non è bastato a salvare le case dalla bomba d’acqua.
L’alluvione in Emilia-Romagna ha anche severamente colpito infrastrutture come ferrovie, scuole e strade. Gli istituti resteranno infatti chiusi fino al miglioramento delle condizioni meteo e al cessare del rischio frane, mentre la viabilità di treni e mezzi è stata pesantemente ridotta dall’acqua che ha invaso binari e asfalto, come è accaduto nella diramazione dell’A14 per Ravenna all’altezza di Bagnacavallo. L’Emilia-Romagna resta per ora stretta nella morsa terribile del maltempo.