La guerra tra Russia e Ucraina si è intensificata a seguito dell’attacco al Cremlino di ieri. Durante la notte del 3 maggio infatti, alcuni droni imputati alle forze militari ucraine hanno tentato un’azione contro la residenza del presidente russo Putin. Kiev nega ogni coinvolgimento nell’attacco, ma questo non è bastato a placare l’ira del Cremlino.

Nella giornata di ieri e durante la notte, infatti, si sono moltiplicati gli attacchi di matrice russa contro i territori ucraini. La situazione è critica, tanto da costringere l’ambasceria statunitense a diramare un avviso ai concittadini in suolo ucraino:

Alla luce della recente recrudescenza degli attacchi in Ucraina e della retorica incendiaria di Mosca il Dipartimento di Stato avverte i cittadini statunitensi sul rischio di un aumento della minaccia di attacchi missilistici, anche a Kiev e nell’Oblast di Kiev.

Il think tank americano Institute for the Study of War ha anche avanzato l’ipotesi che l’attacco al Cremlino che ha scatenato l’ira di Putin non sia alto che una false flag organizzata dalla stessa Russia. L’obiettivo di Mosca sarebbe stato quello di creare un pretesto per nuovi attacchi e di inspessire il sentimento patriottico e di odio verso Kiev.

La tesi di Mosca: “Responsabili Nato, Usa e Gb”

Sul fronte russo, invece, arriva forte la provocazione da parte di Mosca che con tono accusatorio incrimina l’Occidente, addossando tutte le responsabilità “dell’attentato” al Cremlino a Nato, Stati Uniti e Gran Bretagna. È la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova a riportare quanto segue:

Per tutto ciò che fa il regime di Kiev, i principali responsabili sono i suoi creatori e curatori di Washington, Londra e, in generale, della Nato. Hanno distrutto il governo legittimo in Ucraina, messo al comando avventurieri e banditi, fornito loro denaro e armi, instillato un senso di assoluta impunità e fornito copertura politica e supporto militare.

Dall’altro lato, è la Cina a provare a sbollire le tensioni attraverso le parole del ministero degli Esteri cinese che ha invitato entrambe le parti a “evitare azioni che potrebbero portare a un’ulteriore escalation”.

Russia, attacco al Cremlino: nella notte abbattuti 18 su 24 droni russi

I media locali di Kiev riportano la notizia di diversi bombardamenti firmati da Mosca avvenuti durante la notte. Nei cieli della capitale ucraina si sono udite molteplici esplosioni, che si sono mischiate al suono dell’allarme antiaereo. Sotto attacco anche altre diverse regioni, in particolare Odessa. La città costiera è uno dei luoghi più colpita da inizio conflitto. In particolare, le autorità locali hanno segnalato l’attacco massivo tramite i droni che da quanto si apprende pare siano stati bloccati dalle forze ucraine:

Gli invasori hanno lanciato fino a 24 droni d’attacco Shahed-136/131. L’aeronautica militare ucraina, in collaborazione con altre unità di difesa aerea, ne ha abbattuti 18.

Tutto questo potrebbe essere ricondotto al desiderio di guerra della Russia dovuta all’attacco al Cremlino di ieri: le autorità ucraine avevano avvisato la popolazione di possibili ripercussioni, sebbene i piani alti del governo di Zelensky continuino a dirsi estranei ai fatti sulla residenza presidenziale a Mosca. In effetti, è stato anche notato che la Russia aveva da poco rafforzato le sue difese aeree con missili Pantsir: sembra quindi sospetto che due droni siano riusciti a penetrare nei cieli del Paese ed essere intercettati solo sopra Mosca.

Ad acuire le tensioni, c’è stato poi l’intervento dell’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, che all’agenzia Tass ha dichiarato:

La Russia risponderà all’atto terroristico dell’Ucraina sotto forma di un tentativo di attacco con un drone al Cremlino quando lo riterrà necessario. Cosa farebbero gli americani se un drone colpisse la Casa Bianca, il Campidoglio o il Pentagono? La risposta è ovvia per chiunque: la punizione sarebbe dura e inevitabile. La Russia risponderà a questo atto di terrorismo sconsiderato e arrogante. Mosca risponderà quando lo riterrà necessario, in base alle valutazioni della minaccia che Kiev ha creato per la leadership del nostro Paese.

Azioni militari ucraine dopo l’attacco al Cremlino

A fronte degli attacchi subiti, l’Ucraina non è stata a guardare. Nella notte due droni hanno attaccato la raffineria russa Ilsky, sul Mar Nero, in prossimità del porto di Novorossiysk. A seguito dell’azione militare, nell’impianto è divampato un feroce incendio, che ha distrutto una buona parte delle strutture.

L’attacco replica il successo ucraino contro un’altra raffineria russa, questa volta la Novoshakhtinsk presso la regione di Rostov. Nel giugno dell’anno scorso infatti, l’attacco di due droni aveva costretto l’impianto a sospendere le operazioni.