Ucraina missione Papa: “Oggi la situazione non ha delle prospettive visibili. Si sta mormorando sotto banco, come conviene fare, ma senza idea molte precise. L’Unione Europea per la sua parte, gli americani dall’altra, la Cina da un’altra ancora, tutti sembrano un po’ fermi anche se forse in realtà si stanno muovendo parecchio. In tutto questo forse la risposta più coerente, più produttiva sia quella del cardinale Parolin che ha fatto cenno a una missione di pace del Vaticano. Quando si muove il Vaticano bisogna stare attenti. Perché di solito non si muove se ha delle prospettive molto critiche”. Così Armando Sanguini, già ambasciatore italiano in Tunisia e in Arabia Saudita, durante il Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena.

Sanguini: “Serve una mossa a sorpresa del Papa per evitare l’incancrenirsi della guerra in Ucraina”

La guerra in Ucraina giunge al giorno 434. La notizia in primo piano riguarda l’attacco con drone al Cremlino che l’Ucraina avrebbe lanciato per colpire Putin. Kiev ha respinto l’accusa ma crescono i timori per un’escalation del conflitto.

Il problema vero è incancrenirsi della situazione – spiega il prof. Sanguini. Con la Russia che continua ad occupare questi territori, Zelensky rischiare di essere un po’ emarginato anche dagli stessi Stati Uniti. Avere di conseguenza una situazione europea con questa ferita al proprio interno che non consentirebbe di prendere con Mosca quel discorso che anni addietro era stato avviato e si è poi raffreddato. Se a un certo punto non interviene una mossa a sorpresa, che sia una missione del Papa o della Cina, questa situazione in Ucraina rischia di incancrenirsi e noi avremo un Europa con questa ferita presente”.

Ieri all’assemblea generale dell’Onu, Cina e India hanno votato sì a una risoluzione che nel complesso riguardava altri temi. Eppure conteneva un passaggio più delicato in cui si fa riferimento all’aggressione da parte della Federazione Russa contro l’Ucraina.

Quello che è successo alle Nazioni Unite ha sollevato un certo disorientamento. Oggi abbiamo una Cina che potrebbe forzare la mano a Putin ma a quale prezzo? La Cina ha una visione del mondo molto chiara. È per una multipolarità, cosa che gli Stati Uniti stentano ad accettare. Perché dopo il crollo del muro di Berlino gli Usa si sono trovati di fatto in una situazione di egemonia globale. Ora è difficile per loro accettare che ci sono degli altri interlocutori che rivendicano un ruolo e una identità” afferma l’ex ambasciatore.

Piano Ue per 1 milione di munizioni l’anno

Nel frattempo è stato presentato questa mattina dal commissario Ue per il Mercato unico Thierry Breton l’Act in Support of Ammunition Production (ASAP), un piano per incrementare la produzione di armamenti impiegando fondi dell’Unione Europea e per sostenere le forze armate ucraine con 1 miliardo di euro per l’acquisto congiunto di munizioni e missili.

Oggi se, per un verso, Mosca non intende abbandonare la presa, dall’altro neanche l’Ucraina intende farlo. Però è evidente che la Russia ha una posizione di maggior forza e soprattutto ha il controllo dei territori. Tra questi ce ne alcuni, come il Donbass, in particolare perché per la Russia sono un fatto di prestigio oltre che di rivendicazione antica. Davvero noi pensiamo che l’Ucraina, pur con tutti questi supporti, possa convincere l’elefante russo a ritirarsi? Per Putin sarebbe il disastro totale. Se vogliamo ragionare in termini di realismo politico credo che si più probabile che alla fine ci sia questa ferita aperta nel cuore dell’Europa. Con un’Unione Europea che non riesce ad assumere un profilo e una leva politico-diplomatica in grado di smovere le intenzioni di Putin. La situazione è veramente molto delicata e non vedo una prospettiva a breve termine”, conclude il professore.