Torna la pensione di cittadinanza nel 2024 per gli over 67: ecco come cambia l’indennità secondo quanto prevede il decreto “Lavoro” del 1° maggio 2023. La riforma del reddito di cittadinanza operata dal provvedimento del governo dipone che la pensione di cittadinanza debba essere corrisposta se il nucleo familiare sia composto da uno o più persone di almeno 67 anni di età. Per il nuovo assegno di inclusione, invece, l’importo si sdoppia per effetto dell’integrazione del reddito familiare. Ecco come funzioneranno sia la pensione di cittadinanza (Pdc) che il nuovo assegno di inclusione

Pensione di cittadinanza over 67 ecco come cambia con il nuovo assegno di inclusione

Torna la pensione di cittadinanza a 67 anni nel decreto “Lavoro” del governo Meloni. L’attuale reddito di cittadinanza, cosi come l’assegno di inclusione, si denomina “pensione di cittadinanza” se la famiglia è composta esclusivamente da persone di età pari o maggiore dei 67 anni. Tuttavia, la Pdc spetta anche nel caso in cui, nello stesso nucleo familiare degli over 67, convivano altri componenti di età inferiore a 67 anni ma affetti da disabilità grave e non autosufficienza. L’età di 67 anni è utile anche nel caso del nuovo assegno di inclusione. 

Pensione di cittadinanza per famiglie di soli ultra 67enni o con disabili

Nell’ultima versione della bozza del decreto “Lavoro”, il governo ha inserito un’ulteriore novità sulla pensione di cittadinanza. Infatti, l’assegno annuo può salire a 7.560 euro, corrispondenti a 630 euro al mese, nel caso in cui la famiglia fosse composta solo da membri di almeno 67 anni o alternativamente da ultra 67enni e persone in condizioni di disabilità o di non autosufficienza (anche di età inferiore). In questo caso, il tetto di 7.560 euro deve essere moltiplicato per l’indice risultante dalla scala di equivalenza per definire l’importo spettante. Per casi come questi, tuttavia, si riduce la quota di assegno destinata a sostenere la famiglia per l’affitto di casa: non più 280 euro mensili, ma 150 euro, pari a 1.800 euro all’anno. 

Assegno di inclusione 2024, che cos’è e a chi spetta 

L’assegno di inclusione si compone di un doppio importo, uno per l’assistenza e l’altro per il contratto di locazione della casa. Per quanto riguarda l’assistenza, l’importo – su base annua – corrisponde a un’integrazione del reddito delle famiglie beneficiarie fino a 6.000 euro annui all’anno. Questo tetto si innalza a 7.560 euro all’anno lordi (come per l’attuale reddito di cittadinanza), nel caso in cui in famiglia convivano componenti di almeno 67 anni di età, oppure in condizioni di disabilità gravi o con problemi di autosufficienza. Pertanto, la quota di reddito familiare – 6.000 o 7.560 euro lordi annui, a seconda dei casi – deve moltiplicarsi per l’indice uscente dalla nuova scala di equivalenza, riformata dal decreto “Lavoro”. 

Assegno di inclusione e quota spettante per l’affitto di casa 

Alle famiglie beneficiarie dell’assegno di inclusione spetta anche la fruizione dell’aiuto per il pagamento dell’affitto della casa. L’importo è fissato a 3.360 euro, pari a un sostegno mensile di 280 euro. L’assegno di inclusione andrà a sostituire il reddito di cittadinanza a partire dal prossimo 1° gennaio. Potranno fruirne le famiglie che abbiano al loro interno componenti minori, disabili o di almeno 60 anni. Pertanto, per ottenere l’assegno, sarà necessario che le famiglie siano composte per almeno un componente da soggetti non occupabili. L’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) massimo è fissato dalla norma a 9.360 euro, invariato rispetto all’attuale reddito di cittadinanza.