Una neonata è stata lasciata all’interno della culla per la vita a Bergamo, che è collocata nella sede della Croce Rossa. Gli operatori hanno trovato la bimba nel pomeriggio di mercoledì 3 maggio. La madre naturale ha anche lasciato un toccante biglietto accanto alla piccola.
Neonata lasciata nella culla per la vita a Bergamo: sta bene
La bimba, che è appena nata, è stata poi portata presso il reparto di patologia neonatale dell’ospedale Papa Giovanni XXXIII e affidata alle cure dei medici. Accanto alla creatura, probabilmente di origine sudamericana, la madre ha lasciato un bigliettino che ha commosso tutti.
Nata stamattina 3/05/2023. A casa solo io e lei (come in questi 9 mesi). Non posso, ma le auguro tutto il bene e la felicità del mondo. Un bacio per sempre dalla mamma. Vi affido un pezzo importante della mia vita, che sicuramente non dimenticherò mai.
La vicenda è passata alla Questura di Bergamo. E’ la prima volta che in città avviene un episodio simile da quando la culla si trova nella struttura della Croce Rossa, luogo scelto dall’Associazione Donne Medico. In precedenza era posizionata nei pressi del monastero Matris Domini.
“La bimba sta bene”
Con una nota, l’ospedale Papa Giovanni XXXIII ha fatto sapere che la bimba sta bene:
Pesa 2,9 chili, ed è accudita dagli operatori dell’ospedale di Bergamo. Sarà comunque sottoposta ad ulteriori accertamenti e verrà segnalata al Tribunale dei minori per il seguito di competenza. La culla è riscaldata e collegata a un sensore che consente di allertare il 118 e trasferire il neonato all’ospedale di Bergamo. L’Asst Papa Giovanni XXIII ricorda che le donne hanno il diritto di partorire in sicurezza e in anonimato in ospedale: in base al Dpr 396/2000 la partoriente può infatti richiedere ai medici dell’ospedale di non essere menzionata nel certificato di nascita.
Il caso Enea
Solo poche settimane fa un caso simile è avvenuto a Milano, provocando un dibattito che ha coinvolto anche personaggi noti. Un bimbo di nome Enea era stato lasciato sempre all’interno di questa culletta, pensata appositamente per accogliere i neonati, alla clinica Mangiagalli nel giorno di Pasqua. La madre aveva scritto in un biglietto il nome del bambino, nato da una settimana, spiegando di non riuscire a occuparsi di lui.
Sulla vicenda, che ha commosso e diviso il Paese, era intervenuto Ezio Greggio, che aveva fatto un appello alla madre tramite Instagram affinché ci ripensasse. Un messaggio a cui aveva risposto Luca Trapanese, papà adottivo di Alba, bambina con la sindrome di Down. Definendo la scelta della madre “un gesto d’amore.”
Anche Maria Rachele Ruiu, portavoce nazionale di ProVita & Famiglia intervistata da TAG24, aveva commentato il caso di Enea. Sottolineando: “Quel bambino poteva finire in modo diverso, poteva non nascere a causa di un aborto. Invece è oggi la storia di un percorso di solitudine finito nella vita e non nella morte, è il racconto di una società che si prende cura delle persone, soprattutto di quello più piccole“.