Wind Tre scioperano i lavoratori. Per domani è previsto uno sciopero dei lavoratori della Wind Tre che protesteranno contro la vendita dell’intero asset della rete al fondo di investimento svedese Eqt. Una scelta considerata totalmente sbagliata dai sindacati di categoria. E contemporaneamente allo sciopero nazionale annunciato, sempre per domani, a Cagliari, è prevista una manifestazione dei lavoratori della società di telecomunicazioni perché, solo nella sezione Sarda, sarebbero a rischio 300 posti di lavoro. La manifestazione partirà intorno alle 10 e si terrà sotto alla sede della società che si trova in piazza Deffenu a Cagliari. La mobilitazione, secondo quanto si apprende, si rende necessaria per il futuro che potrebbe mettere a rischio il posto, non solo dei lavoratori della sede Sarda, ma dell’intera azienda. I timori dei lavoratori sono nati per le notizie che riguardano l’azienda che starebbe programmando dei passi che, se portati a termine, cambierebbero tutta la struttura societaria. Sarebbero infatti in corso degli stravolgimenti societari. Secondo quanto hanno appreso i sindacati, sarebbe in programma una scissione dell’azienda da cui dovrebbero nascere due distinte società: una di rete e l’altra di servizi. Questo passo dovrebbe essere compiuto con la partecipazione di un fondo d’investimento privato (appunto svedese), solo però per la sezione dedicata alla rete. In questo modo, secondo i rappresentanti sindacali dei lavoratori, verrebbero meno tutte le sinergie che un’azienda unica invece garantisce. Questo hanno spiegato i segretari delle sigle Alessandro Randaccio per Slc Cgil, Omar Marras della Fistel Cisl e Marianna Stara segretaria invece della Uilcom Uil. “Ovvero – hanno chiarito – un unico fatturato garantisce un più corretto equilibrio dei costi così come la possibilità delle riconversioni professionali per far fronte alle esigenze di un settore in continua evoluzione come quello delle telecomunicazioni”.

Sciopero Wind Tre contro cessione e scissione azienda, previsto presidio dei lavoratori della Sardegna sotto la sede di Cagliari

I rappresentanti delle sigle sindacali interessate, chiedono garanzie e assicurano che fino a che queste non arriveranno, le manifestazioni di sciopero non finiranno. Secondo quanto appreso proprio dai rappresentanti dei lavoratori, se il progetto della scissione dovesse prendere corpo, tutti gli attuali dipendenti della Wind Tre potrebbero essere considerati esuberi. In questo caso si parla di circa 4 mila dipendenti. Secondo i rappresentanti di categoria infatti, dividere la società in due “determinerebbe diversi esuberi nelle due singole aziende, che non sarebbero in grado, da sole, di fare fronte alla sempre crescente richiesta di investimenti tecnologici”. Le mobilitazioni in programma da domani – e come ribadito dai rappresentanti dei lavoratori ad oltranza, cioè fino a che non arriveranno le garanzie richieste – giovedì 4 maggio, sono legate anche alle domande che si pongono i sindacati sul futuro della società di telecomunicazioni. I dubbi che si pongono, finiscono nel calderone del più ampio contesto di crisi che in questo momento sembra riguardare il settore di produzione dell’azienda. A quanto pare i servizi di telecomunicazioni ora sarebbero in bilico tra gli effetti della concorrenza e la necessità di ingenti investimenti. Questo quadro generale mette a rischio migliaia di lavoratori e di conseguenza le loro famiglie. Per quanto riguarda la situazione della Sardegna nello specifico, interessata domani in particolar modo, i sindacati spingono per ottenere un incontro alla presidenza del Consiglio regionale. E naturalmente, a livello nazionale, chiedono che venga convocato un tavolo al ministero delle Imprese e del Made in Italy: “La protesta non si fermerà sino a quando non avremo risposte concrete” dicono Randaccio, Marras e Stara. E proprio per la sezione di Cagliari, è in programma per domani mattina – dalle 10 alle 12.30 – sotto alla sede WindTre della sezione del capoluogo sardo, un presidio organizzato da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil in concomitanza con lo sciopero nazionale indetto unitariamente dalle categorie.